PARCHI NATURALI ITALIANI

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Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Liguria


 

VALLE D'AOSTA

Parco Naturale del Mont Avic

Informazioni

Ente Parco: località Fabbrica, Champdepraz, tel. 0125/960643

Province: AOSTA

Comuni interessati: Champdepraz

Cenni geografici

Il Parco del Mont Avic, primo parco naturale valdostano, comprende l'alta valle del Torrente Chalamy. L'area oggetto di tutela è caratterizzata da aspetti paesaggistici e stremamente suggestivi e da ambienti modificati in misura del tutto marginale dall'attività dell'uomo. L'accidentata orografia ha infatti limitato da sempre la tradizionale attività agropastorale e, più di recente, ha impedito lo sviluppo del turismo di massa sia estivo che invernale. Le estese foreste del parco, pesantemente depauperate nei secoli scorsi per far fronte alle esigenze dell'attività mineraria, hanno attualmente recuperato in buona parte le caratteristiche originali e offrono uno spettacolo di rara bellezza.

Possibilità escursionistiche

Le possibilità di escursioni nel parco sono molteplici. Di seguito vi segnaliamo i principali itinerari: da Champdepraz (m. 562) al lago di Pana (m. 1890); da Chevrère (m. 1300) a lago di Blanc (m. 2154) e al Col de Medzove (m. 2612); da Chevrère (m. 1300) al Lago Gelato (m. 2600) e al Gran Lago (m. 2550); da Chevrère (m. 1300) al Mont Barbeston (m. 2482).

Stagioni consigliate: primavera, estate e inizio autunno.

Descrizione

Gli aspetti naturali del parco sono particolarmente interessanti e vari: formazioni geologiche aspre e caratteristiche; endemismi floristici alpini e associazioni vegetali peculiari legate al substrato delle pietre verdi; la più ampia foresta di pino uncinato presente nella regione; alcune decine di specchi d'acqua, di acquitrini e torbiere che non hanno eguali per numero ed estensione in Val d'Aosta; una fauna rappresentata da tutti i più noti animali a diffusione alpina presenti nella regione: l'aquila reale, l'astore, il picchio nero, la civetta capogrosso, il fagiano di monte, il fringuello alpino, la martora, la pernice bianca, la lepre variabile, il camoscio, lo stambecco e la marmotta. L'accidentata orografia e la presenza di una folta copertura vegetale nei piani montano e subalpino, non agevolano l'osservazione degli animali; d'altra parte lo scopo del Parco non è tanto quello di favorire il più elevato numero di occasioni di osservazione al visitatore frettoloso, quanto quello di rendere gratificante e istruttivo ogni contatto con aspetti naturali del territorio.

Riserva Naturale Cote de Gargantua

Informazioni

Stazione Forestale di Aosta, tel. 0165/34490

Province: AOSTA

Comuni interessati: Gressan

Superficie: 19 ettari

Cenni geografici

Caratteristica testimonianza ben conservata dei depositi dei ghiacciai quaternari wurmiani sul fondovalle principale. Relitto di area xerotermica di fondovalle.

Descrizione

La fauna è costituita in prevalenza da rettili, uccelli e piccoli roditori. Particolarmente ricca è l'entomofauna; la riserva ospita numerose specie di lepidotteri e coleotteri tipici degli ambienti aridi.

Le caratteristiche xerotermiche dell'area protetta offrono un ambiente adatto a rare piante di origine steppica, quali l'Artemisia vallesiaca e l'Astro spillo d'oro, o mediterranea come la Linaria simplex.

Riserva naturale Lago di Lozon

Informazioni

Stazione Forestale di Chatillon - Tel. 0166/61660

Province: AOSTA

Comuni interessati: Verrayes

Superficie: 4 ettari

Cenni geografici

Situata a 1520 m. di altitudine, la Riserva naturale Lago di Lozon è uno stagno in avanzato stato di interramento, collocato su un terrazzo glaciale, nel cuore di una regione arida. E' l'ambiente floristico igrofilo più interessante della Valle d'Aosta, e tra i più ricchi delle Alpi per varietà e rarità di specie.

Descrizione

Il lago ospita una ricca popolazione zooplanctonica, con oltre trenta specie segnalate, numerosi invertebrati quali larve di libellule e efemerotteri, anfibi quali il rospo comune e la rana rossa.

Nella riserva sono presenti quindici diverse associazioni vegetali e quasi un centinaio di specie palustri, di cui alcune molto rare o uniche in Valle d'Aosta, quali la Drosera rutundifolia e l'Utricularia minor.

Riserva Naturale Lago di Villa

Informazioni

Stazione Forestale di Verrès, tel. 0125/920580

Province: AOSTA

Comuni interessati: Challand, Saint-Victor

Superficie: 25 ettari

Cenni geografici

Bacino lacustre-torboso di bassa montagna caratterizzato da un netto contrasto tra l'ambiente palustre del lago e delle zone perilacustri e l'ambiente arido circostante.

Descrizione

La riserva naturale rappresenta la principale stazione riproduttiva a livello regionale per il rospo comune. Tra i rettili sono presenti la lucertola muraiola e il biacco, mentre la fauna ittica è costituita da ciprinidi e da anguille.

Le acque del lago ospitano due piante natanti molto rare in Valle d'Aosta, la ninfea bianca e il poligono anfibio. Il canneto è costituito in prevalenza dalla cannuccia di palude; la vegetazione arborea è formata da boschetti igrofili presso le rive e boscaglia a pino silvestre e roverella sui soleggiati pendii circostanti.

Riserva Naturale Les Iles

Informazioni

Stazione Forestale di Nus, tel. 0165/767921

Province: AOSTA

Comuni interessati: Saint-Marcel, Brissogne, Quart, Nus

Superficie: 35,4 ettari

Cenni geografici

Ambiente ripario della media valle centrale, situato in una zona anticamente occupata da un meandro del fiume, caratterizzato dalla presenza di due laghi di cava con rive in gran parte rinaturalizzate.

Descrizione

La riserva è il più importante sito regionale di sosta e di alimentazione per l'avifauna migratrice; numerose sono anche le specie nidificanti. Sono presenti anfibi, rettili e, nelle acque dei laghi, tinche e lucci.

La vegetazione, rappresentativa dell'antico paesaggio ripario, ormai scomparso in quasi tutta la valle, è costituita dalla Cannuccia di palude, da giunchi, carici e alcune piante di particolare pregio come la Typha minima.

Riserva Naturale Lolair

Informazioni

Stazione Forestale di Arvier, tel. 0165/99018

Province: AOSTA

Comuni interessati: Arvier

Superficie: 15 ettari

Cenni geografici

Ecosistema di bassa montagna formato da una zona umida inserita in una conca glaciale, allungata lungo il versante orografico sinistro della Valgrisenche e caratterizzata da pendii nettamente xerotermici.

Descrizione

L'area protetta ospita rettili, quali la natrice dal collare e il biacco, anfibi e una notevole varietà di insetti. Le acque del lago sono particolarmente ricche di organismi planctonici, sanguisughe e larve di ditteri.

La vegetazione delle zone aride è pseudosteppica con la più ricca stazione alpina della rarissima Potentylla pensylvanica. Il versante soleggiato è dominato dal pino silvestre e dai cespugli di ginepro sabina mentre attorno al lago si possono osservare rari esemplari di carici.

Riserva Naturale Marais

Informazioni

Stazione Forestale di Morgex, tel. 0165/809754

Province: AOSTA

Comuni interessati: Morgex, La Salle

Superficie: 8 ettari

Cenni geografici

Zona umida posta al ridosso del versante destro orografico della Valle d'Aosta, creata in seguito allo sbarramento idroelettrico di un tratto della Dora Baltea.

Descrizione

La riserva rappresenta un'area di sosta e nidificazione per numerose specie di uccelli acquatici quali, anatidi, ardeidi, svassi e lolaghe. Sono presenti uccelli rapaci in cerca di prede, pesci, anfibi e rettili delle zone umide.

Ambienti diffusi il bosco igrofilo di ripa, costituito in prevalenza da ontano bianco, pioppo tremolo e salice bianco, e il canneto caratterizzato soprattutto dalla cannuccia di palude.

Riserva Naturale Mont Mars

Informazioni

Stazione Forestale di Gaby - Tel. 0125/345940

Province: AOSTA

Comuni interessati: Fontainemore

Superficie: 390 ettari

Cenni geografici

Situato ad un'altitudine che va dai 1670 ai 2000 m, la Riserva naturale Mont Mars é caratterizzata da un paesaggio subalpino e alpino in condizioni di elevata naturalità; vi si possono trovare boschi alternati a pascoli e praterie alpine, pietraie e pareti rocciose, laghi e zone umide.

Descrizione

La fauna é quella tipica della montagna valdostana, con la presenza di lepri, camosci e ermellini. Tra gli uccelli é possibile osservare l'aquila reale, la pernice bianca e il corvo imperiale.

La varietà degli ambienti e l'alternanza di substrati acidi e basici determinano la notevole ricchezza floristica della riserva. Il piano subalpino é dominato dal Larice e da un sottobosco di rododendri e mirtilli, mentre le zone umide attorno ai laghi ospitano carici e eriofori.

Riserva Naturale Stagno di Holey

Informazioni

Stazione Forestale di Pont-Saint-Martin - Tel. 0125/804540

Province: AOSTA

Comuni interessati: Pont-Saint-Martin

Superficie: 1,5 ettari

Cenni geografici

Situato ad un'altitudine che va dai 750 ai 790 m, la Riserva naturale Stagno di Holey é una zona umida di dimensioni estremamente ridotte e di elevato pregio naturalistico per la presenza di specie faunistiche e vegetali uniche e molto rare in Valle d'Aosta.

Descrizione

La riserva accoglie numerose specie di rettili e anfibi, alcuni dei quali molto rari. La vegetazione della zona umida é formata in prevalenza da cannuccia di palude e lisca maggiore. L'area protetta é l'unica stazione valdostana nota in cui é presente salcerella erba-portula e nontiscordardime dei canneti.

Riserva Naturale Tsatelet

Informazioni

Stazione Forestale di Aosta, tel. 0165/34490

Province: AOSTA

Comuni interessati: Aosta, Saint-Christophe

Superficie: 14 ettari

Cenni geografici

Area di notevole interesse geomorfologico e archeologico con aspetti paesaggistici tipici dei versanti di bassa montagna a esposizione meridionale. Nel tardo neolitico, circa 3000 a.C., un insediamento umano occupava la sommità della collina.

Descrizione

La collina costituisce un ottimo punto di osservazione del volo di uccelli durante i periodi migratori, in particolare di alcuni rapaci e corvidi. La riserva ospita inoltre mammiferi, rettili e diverse specie di invertebrati.

Le caratteristiche climatiche della zona favoriscono lo sviluppo di una vegetazione tipicamente xerofila caratterizzata, in prevalenza, dal bosco di Roverella e piante di origine steppica.

 

PIEMONTE

Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago

Informazioni

Uffici del Parco: via Gattico 6, Mercurago di Arona, tel. 0322/240239

Province: NOVARA

Comuni interessati: Arona, Comignago, Dormelletto, Oleggio Castello.

Superficie: 470 ettari

Collegamenti: Dall'autostrada A26, uscita al casello di Arona per raggiungere i principali accessi di Mercurago (via Gattico, sede del Parco), Oleggio Castello (via Nicolini, in centro paese), Dormelletto (via Lagoni) e Comignago (località Buscarola). L'accesso da Mercurago può avvenire anche attraverso la s.s. 33 del Sempione che passa per Arona e Dormelletto, o attraverso la s.s. 142 deviando prima di Arona in direzione Mercurago.

Cenni geografici

Il Parco, situato all'estremità meridionale del Lago Maggiore, è una torbiera bassa in area collinare morenica. All'interno conserva ancora stagni e paludi di origine glaciale ma in via di progressivo colmamento, una fascia boschiva che copre il 66% della superficie totale del parco e una vasta zona di prati-pascoli destinati all'allevamento di cavalli purosangue.

Possibilità escursionistiche

Percorsi effettuabili in bicicletta o a cavallo. Itinerari tematici: archeologico, delle zone umide, dei boschi, delle attività produttive.

Visite: Centro visite con possibilità di acquisto o consultazione di pubblicazioni.Visite guidate ed interventi da parte del personale del Parco presso scuole, gruppi, associazioni ed enti.

Descrizione

La fauna presente nel Parco è quella tipica degli ambienti basso-collinari, con chirotteri, insettivori e piccoli roditori comuni. Diffusa è la lepre comune, la donnola, la faina e la volpe. Inoltre anfibi, rettili comini e interessanti esempi di coleotterofauna acquatica. Oltre 120 sono le specie di uccelli nidificanti, svernanti e di passo.

Per quanto riguarda la flora, gli ambienti naturalisticamente più interessanti sono quelli che riguardano la flora acquatica e palustre che annovera specie rare come la drosera intermedia, il giunco bulboso, la rincospra chiara, la porracchia e il carice stellare.

Il bosco misto è riconducibile al querceto originario: largamente presente è la farnia, che prevale sulla rovere e sul cerro; vi sono inoltre betulle, castagni, ontani neri, frassini, ciliegi selvatici, robinie, pioppi tremuli, salici e pini; nel sottobosco dominano il nocciolo e il sambuco.

Parco Naturale del Monte Fenera

Informazioni

Uffici del Parco, via Martiri della Libertà 2, Ara di Grignasco, tel. 0163/418434

Province: NOVARA, VERCELLI

Comuni interessati: Grignasco, Prato Sesia, Cavallirio e Boca in provincia di Novara. Borgosesia e Valduggia in provincia di Vercelli.

Superficie: 3378 ettari

Collegamenti: Il Parco è accessibile da vari punti. Borgosesia è comunque il comune più importante ed è raggiungibile da Novara percorrendo la s.s. 299 della Valsesia. Da Vercelli si raggiunge con la s.s. 594. Agevole anche il collegamento dall'autostrada A26: dal casello Romagnano-Ghemme si imbocca la s.s. 299 e in circa 20 minuti si raggiunge Borgosesia.

Cenni geografici

Il territorio del Parco è costituito da una serie di rilievi collinari che degradano verso la pianura, alla testa dei quali, al confine con la Valsesia, si erge il monte Fenera (899 m.), dalla cui vetta si domina un paesaggio suggestivo e difforme che spazia dalla pianura novarese e vercellese all'imponente massiccio del Monte Rosa.

Possibilità escursionistiche

Per la sua posizione il Fenera è punto di partenza per escursioni correlate al territorio circostante, dove storia, cultura e tradizioni si sono espresse e reciprocamente influenzate nel tempo. Escursioni in mountain-bike e a cavallo.

Visite: A Borgosesia ha sede il Museo civico di Paleontologia in cui è stato riordinato molto del materiale ritrovato all'interno delle grotte del Fenera. L'Ente Parco ha elaborato una serie di itinerari tematici, da quello geologico - paleontologico a quello sulla cultura materiale contadina o sui luoghi della Resistenza.

Descrizione

Dal punto di vista naturalistico il Parco Naturale del Monte Fenera rappresenta un inestimabile patrimonio botanico e faunistico; della ricca vegetazione tipica submontana sono state catalogate oltre 800 specie, di cui una trentina esclusive (tra queste la Daphne alpina) e sono stati selezionati 16 diversi tipi di felce tra cui, rarissime e di elevato valore ornamentale, il capelvenere, l'Osmunda regalis e la lingua cervina. Di particolare interesse è l'area di Prato Sesia, che si estende dal limite della frazione Baragiotta alla Traversagna: si tratta infatti di una zona che, a differenza delle aree circostanti, non presenta segni di colonizzazione agricola.

La popolazione faunistica all'interno del Parco è costituita in gran parte da avifauna diversificata a seconda degli habitat: picchio rosso, picchio muratore, rampichino, scricciolo, capinera e toporagno condividono con ghiro e martora l'habitat boschivo; falco pellegrino, rondine montana e picchio muraiolo abitano l'ambiente rupestre; torcicollo, picchio verde e frosone dividono lo spazio aperto dei prati e dei coltivi col capriolo e la lepre.

Parco Naturale della Valle del Ticino

Informazioni

Uffici del Parco: via Garibaldi 4, Oleggio (presso Villa Calini), tel. 0321/93028

Associazione Turistica, Galliate, tel. 0321/864764.

Province: NOVARA

Comuni interessati: 11

Superficie: 6136 ettari

Collegamenti: Autostrada A4 Torino-Milano, uscita Novara o Galliate. Da Novara si imbocca la statale del Sempione che corre quasi parallela all'area protetta, facilitando la visita alle zone centro-nord del Parco. L'uscita di Galliate è consigliata per l'area centro-sud, raggiungibile imboccando la s.s. 341.

Cenni geografici

I caratteri morfologici del parco, che si estende per 60 km lungo il confine orientale della provincia di Novara, risultano fortemente differenziati da nord a sud, per l'incidenza dell'andamento altimetrico: a nord, all'uscita del Lago Maggiore e fino a Varallo Pombia, il primo tratto del fiume è ben definito nel suo corso e incassato fra ripide coste e colline ricoperte da boschi; da Pombia, in corrispondenza delle grandi anse descritte dal Ticino, la valle si allarga progressivamente, delimitata da terrazzi che il fiume stesso nei millenni passati ha modellato con il suo corso mutevole. L'ultimo tratto del Ticino è quello meno uniforme: il greto è molto ampio, l'asta del fiume si frammenta in rami che delimitano distese di ciottoli e sabbia e che a volte si impaludano in avvallamenti laterali.

Possibilità escursionistiche

Sentieri autoguidati, pista ciclabile, percorsi a cavallo.

Visite: Visite guidate su prenotazione. Programma per le scuole patrocinato dal Provveditorato agli Studi, lezioni, proiezioni di diapositive, audiovisivi, materiale didattico.

Descrizione

Per quanto molti angoli incontaminati del parco riescano ancora ad evocare immagini di ambienti "primordiali", complessivamente i boschi non occupano oggi più del 60 % del territorio. E' stato l'intervento dell'uomo a modificare radicalmente attraverso i secoli l'ambiente: l'azione di bonifica intrapresa con la canalizzazione dell'acqua ha infatti confinato gli habitat palustri in limitati lembi di rara bellezza e finito per inframezzare spesso il manto boschivo a zone coltivate.

Il territorio ospita attualmente 138 specie di uccelli, 26 di mammiferi, 11 di rettili e 10 di anfibi. Tra gli uccelli i più diffusi sono il germano reale, l'airone cinerino, la gallinella d'acqua, la folaga e il fagiano comune. Tra i mammiferi il coniglio selvatico, la lepre comune, la volpe e il riccio. Tra i pesci la trota, il cavedano, il luccio e l'alborella.

Parco Naturale delle Lame del Sesia e Riserve Naturali Speciali

Informazioni

Uffici del Parco in Vicolo Cappellania 4, Albano Vercellese, tel. 061/73112

Province: NOVARA, VERCELLI

Comuni interessati: Comune di San Nazzaro Sesia (NO), Greggio Albano Vercellese (VC), Oldenico (VC), Villarboit (VC), Villata (VC)

Superficie: 1675 ettari

Collegamenti: La sede di Albano è raggiungibile dall'autostrada A4, uscita Greggio, immettendosi sulla s.s. 594 in direzione Albano. Per chi arriva da Vercelli, imboccare la s.s. 230 in direzione Biella e deviare a destra prima dell'abitato di Quinto Vercellese.

Cenni geografici

Il Parco delle Lame del Sesia, la Riserva dell'Isolone di Oldenico e la Garzaia di Carisio, sono ambienti fluviali di pianura; i primi due posti a cavallo del fiume Sesia, mentre la Garzaia lungo il torrente Elvo. Per quanto riguarda l'area del Sesia, in particolare occorre evidenziare tutto un sistema di "lame" o "lanche" che danno nome al Parco. Il nome, non comune, si riferisce a un ambiente tipico dei nostri parchi fluviali di pianura, costituito da formazioni palustri e specchi d'acqua derivati da anse abbandonate dal fiume che ha modificato il prorprio corso. Parallelamente al sistema delle lame si sviluppa un'area boschiva interrotta da gerbidi e riconducibile al bosco originario che ricopriva anticamente la Pianura Padana.

Possibilità escursionistiche

Escursioni guidate nel parco.

Visite: Museo Ornitologico ad Albano Vercellese. Visite guidate della durata di un giorno comprendenti proiezioni di diapositive e filmati. Corsi sullo studio del fiume e della qualità biologica delle acque. A metà agosto corsa podistica nel parco.

Descrizione

Il Parco e le sue Riserve Speciali assumono particolare importanza soprattutto per la protezione dell'avifauna: sono circa 170 le specie di uccelli censite, di cui una sessantina nidificanti. Il Parco e l'Isolone di Oldenico in particolare ha un ruolo fondamentale nella tutela degli ardeidi che nidificano nelle garzaie (airone cinerino, nitticora, garzetta, sgarza ciuffetto), ma anche nei canneti (tarabusino). Ultimamente nell'Isolone si sono aggiunti cormorani, aironi, guardabuoi, ibis sacri e spatole. Tra i mammiferi sono presenti tasso, volpe, lepre, puzzola, coniglio e donnola.

La flora è costituita principalmente da cenneti, saliceti e ontaneti nelle zone più umide, mentre nell'area boschiva predominano farnie, frassini, olmi, aceri, tigli, qualche raro carpino e molta robinia. Tra gli arbusti sono comuni: biancospino, ligustro, corniolo, sanguinello, evonimo, frangola, nocciolo, clematide, rosa canina, prugnolo, spino cervino. Non mancano specie esotiche d'oltreoceano come la buddleja, la reinutria, l'ailanto e la fitolacca, che in alcuni casi assumono ruolo di vere e proprie piante infestanti che soppiantano le specie originarie.

Parco Naturale di Rocchetta Tanaro

Informazioni

Sede operativa, Casa del Parco, Val Benenta 41, Rocchetta Tanaro, tel. 0141/644714

Province: ASTI

Comuni interessati: Rocchetta Tanaro

Superficie: 123 ettari

Collegamenti: Autostrada A 21 Torino-Piacenza, uscita al casello Asti-Est, se si proviene da Torino, o quello Felizzano, se si giunge da Alessandria.

Nei due casi si raggiunge Rocchetta Tanaro percorrendo la s.s. 10, deviando in direzione Nizza Monferrato lungo il tratto tra Castello di Annone e Quattordio.

Possibilità escursionistiche

Percorso equestre e percorso ciclabile.

Visite: Nella zona di particolare interesse, oltre al centro storico, è da segnalare la chiesa di Santa Maria del Flexio, o Fiesco, denominata localmente Madonna delle Ciappellette.

Descrizione

Il Parco, sia dal punto di vista climatico che da quello vegetazionale, si trova al centro di una sorta di ponte tra la zona delle Langhe, dove si manifestano rilevanti influssi mediterranei e quella del sistema collinare torinese dove sono accantonati relitti glaciali di vegetazione alpina. Il bosco del parco ricade nella fascia dei querceti, anche se spesso il genere Quercus ha, per varie ragioni, ceduto il posto ad altre essenze quali Castanea sativa (castagno) e Robinia pseudoacacia (robinia). Nel sottobosco erbaceo si svilippano specie interessanti come le orchidee, il mughetto, il lilioasfodelo, il campanellino e il giglio.

I mammiferi più comuni presenti nel parco sono lo scoiattolo, il mascardino, il riccio, il tasso e la volpe. Tra gli uccelli sono da segnalare il raro picchio rosso minore, il luì verde, il rampichino, le rumorose ghiandaie. Inoltre è da rilevare la presenza del gambero di fiume, ottimo indicatore ecologico.

Parco Nazionale del Gran Paradiso

Informazioni

Via della Rocca 47, Torino, tel. 011/817187

Province: TORINO, AOSTA

Comuni interessati: 12

Superficie: 72320 ettari

Cenni geografici

Istituito nel 1922, il Gran Paradiso è il più antico Parco Nazionale italiano. Si estende tra Piemonte e Val d'Aosta, nelle provincie di Torino e Aosta. I confini naturali del massiccio sono i fiumi Dora Baltea e Orco che scorrono circa 1000 metri più in basso dei confini amministrativi del parco.

Possibilità escursionistiche

Guide alpine che propongono escursioni per privati, per le scuole e per bambini e ragazzi in vacanza nel parco. Stage di approccio all'equitazione. Scuola di sci alpinistico e di scalate tra i ghiacciai.

Visite: Centro Visitatori-Segreteria Turistica del Parco: Mostra permanente dedicata al paesaggio e ai fenomeni geomorfologici. Laboratorio didattico, sala proiezioni per le scuole che vogliono effettuare attività didattiche nel Parco.

Descrizione

Il Gran Paradiso è un parco di alta montagna e i suoi boschi sono scarsi perché compresi fra il limite superiore naturale (2000 - 2200 m.) e i confini amministrativi che corrono mediamente sui 1500 metri. Come in quasi tutte le Alpi occidentali italiane mancano quindi quelle specie animali tipicamente forestali: il cervo, il capriolo, il gallo cedrone e il francolino di monte. Sono presenti però una notevole quantità di stambecchi, di camosci e di marmotte. Nel gruppo degli uccelli si può citare, oltre all'aquila e al gufo reale, il bincone, la tottavilla e l'ortolano.

Parco Nazionale della Val Grande

Informazioni

Villa San Remigio, Verbania-Pallanza, tel. 0323/557960

Province: VERBANIA

Comuni interessati: 11

Superficie: 12.000 ettari

Collegamenti: Per raggiungere la zona si possono utilizzare le autostrade A8 da Milano a A26 da Genova e Torino fino a Gravellona Toce e la s.s. 34 da Cannobio.

Cenni geografici

Il Parco Nazionale della Val Grande si estende il Piemonte e comprende le preesistenti Riserve Naturali del Pedum, del Monte Mottac e altre aree protette, con un sostanziale allargamento delle zone sottoposte a tutela.

Possibilità escursionistiche

Data la caratteristica del Parco di area selvaggia e impervia, la percorrenza della rete dei sentieri, alcuni dei quali difficili, pericolosi e non segnati, deve avvenire con la massima prudenza e con accompagnatori esperti. Sono disponibili guide alpine e accompagnatori abilitati, presso le APT del Lago Maggiore e dell'Ossola.

Visite: Si consiglia di visitare il Parco in primavera o in autunno, perché d'estate il clima è spesso soffocante.

Descrizione

La ricchezza e la varietà della vegetazione costituiscono una delle attrattive maggiore della Val Grande; a questo eccezionale patrimonio naturale contribuiscono anche le condizioni climatiche e l'influsso termico del Lago Maggiore. Alle quote inferiori predominano i boschi misti di latifoglie con prevalenza di castagni. Nelle zone più umide ed inaccessibili cresce il tasso, relitto botanico di origine terziaria. Tipiche dei mesi primaverili sono le fioriture di ranuncoli, anemoni, primule, violette, narcisi, gigliacee e piccole orchidee.

Risalendo il torrente San Bernardino troviamo l'ontano nero e quello bianco, salici, pioppo bianco, cerro e frassino. Sulle umidi pareti rocciose si vedono la primula rossa ed i grappoli di fiori bianchi della sassifraga piramidale.

Il faggio costituisce la specie arborea più diffusa dell'alta Val Grande, per lo più sui versanti umidi, meno assolati e poco ventosi.

Le tre specie botaniche più rare ed interessanti sono l'aquilegia alpina, il tulipano alpino ed il rododendro bianco.

Tra la fauna presente nel Parco ricordiamo il camoscio dal manto scuro, specie che caratterizza la valle, il capriolo, il cervo, la volpe, lo scoiattolo, il ghiro, la lepre, il tasso, la donnola, la faina. Tra gli uccelli, l'aquila, che nidifica nelle cime più alte della valle, il gallo forcello e il gufo reale.

Riserva Naturale Orientata delle Baragge

Informazioni

Uffici del Parco presso il Collegio Curioni, via XXV Aprile 3, Romagnano Sesia.

Ente di Gestione, via Crosa 1, Cerrione (BI), tel. 015/677276

Province: NOVARA

Comuni interessati: Ghemme, Romagnano Sesia, Cavaglio d'Agogna, Fontaneto d'Agogna e Cavallirio.

Superficie: 2875 ettari

Collegamenti: La sede della Baraggia del Pian del Rosa è facilmente raggiungibile percorrendo la A 26 (uscita Romagnano-Ghemme) o la A4 fino all'uscita di Agognate: da qui si imbocca la s.s. 299 per Romagnano Sesia e all'altezza del bivio per Cavaglio d'Agogna sulla circonvallazione di Ghemme, si può voltare a destra e percorrere la provinciale che si snoda per 6 km nel cuore di del Pian del Rosa.

Cenni geografici

Le Baragge, terreni pianeggianti rilevati rispetto all'attuale sistema idrografico, si estendono sui terrazzi marginali della pianura piemontese, da Biella fino al Ticino. L'area protetta è suddivisa in nuclei territoriali distinti: più consistenti quelli del Pian del Rosa e di Rovasenda, più ridotto quello di Candelo.

Descrizione

I popolamenti tipici del territorio baraggivo riguardano l'avifauna, con 167 specie di uccelli censita, di cui una settantina stanziali e legati ad habitat differenti tra loro. Ricordiamo l'allodola, l'ortolano, lo strillozzo, la cicogna bianca, la rarissima cicogna nera, il gruccione e, tra le specie più rare, il picchio rosso minore, l'averla capirossa, la colombella e il lodolaio.

Sono presenti anche la volpe e la lepre.

La caratteristica vegetazione baraggiva si presenta come una landa con notevole sviluppo di graminacee (soprattutto la Molinia) nelle aree più umide e di brugo nelle zone più secche, con rada copertura arborea costituita in prevalenza da farnie, querce, carpini, betulle e pioppi tremuli. Tra i fiori: il gladiolo della palude e l'iris della Siberia.

 

LOMBARDIA

Parco delle Alpi Orobie Valtellinesi

Informazioni

Corso XXV Aprile 22, Sondrio, tel: 0342/531111

Province: SONDRIO

Superficie: 44.000 ettari

Cenni geografici

La catena delle Orobie fa da naturale confine tra la provincia di Sondrio e le limitrofe provincie di Bergamo e Brescia. Dal punto di vista geologico la linea insubrica, che scorre come una grande spaccatura separando masse di rocce diverse e sulla quale si è impostata la Valtellina, separa la catena delle Orobie dalle Alpi vere e proprie

Geograficamente il Parco comprende un'estesa parte del territorio caratterizzata da valli laterali ad U, nella parte alta modellate dall'azione dei ghiacciai, e a V con profonde gole nella parte bassa in cui è prevalsa l'azione torrentizia.

Si ricorda la presenza di filoni di minerali di ferro sfruttati nell'antichità e la presenza di un cospicuo giacimento di uranio.

Descrizione

L'esposizione a nord del versante principale della catena condiziona l'aspetto della vegetazione. Non si trovano colture se non sporadicamente alla base dei versanti, mentre i boschi di castagno, solo raramente ancora coltivati, occupano una vasta fascia, insieme ad altre latifoglie, come il Frassino o la Betulla. Fitti boschi di conifere in prevalenza Abete Rosso e Larice si estendono a quote più elevate. Le valli laterali costituiscono una particolarità per quello che riguarda la vegetazione, infatti l'esposizione consente una costante presenza di acqua e quindi l'instaurarsi di una vegetazione igrofila. Sicuramente interessante è la presenza della Sanguisorba dodecandra, che costituisce una rarità botanica e della Viola Comollia.

Per quanto riguarda l'aspetto faunistico, sono stanziali in questa zona gli ungulati come il camoscio, il capriolo, lo stambecco, il cervo e uccelli come il cedrone e il gallo forcello. In un'area ristretta sono stati immessi anche i mufloni, che si sono adattati all'ambiente.

Significativa è la presenza antropica che ha inciso sin dai tempi antichissimi sull'ambiente e che ancora chiede un equilibrio tra attività umane e mantenimento dell'ambiente naturale.

Parco Naturale del Mincio

Informazioni

Ente Parco: via Marangoni 36, Mantova, tel. 0376/228311

Province: MANTOVA

Comuni interessati: Rodigo, Porto Mantovano, Curtatone, Mantova

Cenni geografici

Il Parco Naturale del Mincio è una delle più importanti ed estese zone umide del nord Italia, compresa nei territori dei comuni di Rodigo, con il suo centro riveriasco di Rivalta, Porto Mantovano, nella frazione di Soave, Curtatone, con le sponde di Grazie e borgo Angeli, e Mantova in località Belfiore. All'altezza dell'abitato di Rivalta il Mincio muta bruscamente direzione, allargandosi e iniziando a scorrere molto lentamente. In questo tratto di circa 8 chilometri di fiume il ridotto dislivello esistente tra l'alveo ed il piano di campagna provoca enondazioni stabili e la conseguente formazione dell'area palustre chiamata la Valle. Le paludi si estedono per circa 1000 ettari e sono attraversate, oltre che dal Mincio, da una miriade di canali e canalette di diverso ordine e portata e di piccoli specchi d'acqua, tutti confluenti poi nel grande bacino del lago Superiore di Mantova.

Possibilità escursionistiche

Tutto il territorio del parco si presta ad essere percorso in bicicletta ed a passeggiate equestri nelle campagne o lungo gli argini del fiume. Ideale poi per gli appassionati di canoa, è il tratto di fiume che scorre da Pozzolo a Goito.

Visite: Visite ai laghi, ai borghi medievali e alla città dei Gonzaga: Mantova.

Descrizione

Il Mincio nasce a Peschiera dal lago di Garda e scorre rettilineo in territorio veronese per alcuni chilometri. Questo tratto appartiene al territorio della Regione Veneto e non è incluso nell'area del Parco, che invece è lombarda. Il fiume diviene mantovano, in sponda destra, a Ponti sul Mincio e a Monzambano, in una zona collinosa ricoperta da vigneti e querceti. Dopo il Mincio si impaluda offrendo uno scenario, quello delle Valli, che appare come fuori dal tempo. Poco oltre il fiume si allarga sino a formare il primo dei tre laghi che abbracciano Mantova: il lago Superiore.

Lungo le sponde, laddove il paesaggio non è caratterizzato da ampi filari di pioppi, come nell'alto Mincio, le essenze forestali spontanee sono rappresentate prevalentemente da salici, pioppi, farnie, cerri e ontani. Sono presenti anche numerose piante acquatiche, come le ninfee, note per i bellissimi fiori bianchi e gialli, e la castagna d'acqua, che ha costituito nei secoli passati fonte di nutrimento per le popolazioni locali e che oggi è considerata una raffinatezza culinaria. I protagonisti della vita animale nel territorio del Parco sono sicuramente gli uccelli, che sono presenti con molte specie legate soprattutto all'ambiente acquatico e palustre. I pesci invece sono diminuiti negli ultimi anni a causa della carenza di ossigeno delle acque, così si è assistito ad una graduale declino del luccio, del pesce persico e della trota. Sono diminuite anche le anguille, ostacolate nei movimenti migratori dalla presenza di chiuse lungo i corsi d'acqua.

 

TRENTINO ALTO ADIGE

Parco Naturale Adamello - Brenta

Informazioni

Direzione del Parco Naturale Adamello Brenta, Strembo, Val Rendena, via Nazionale 12, tel. 0465/804637

Centro Visitatori di Tovel, Lago di Tovel, Valle di Non, tel. 0463/451033

Province: TRENTO

Superficie: 61.800 ettari

Collegamenti: Versante Valle di Non: da Trento si prende la s.s. 12 del Brennero o l'autostrada A22 in direzione nord fino a S. Michele all'Adige. Si prosegue per Mezzolombardo sulla s.s. 43 del Passo del Tonale. In località rocchetta si prende la s.p. 73 e si prosegue in direzione Denno, Flavon, Tuenno, punti di partenza del Sottogruppo della Campa e del settore settentrionale del Gruppo di Brenta.

Cenni geografici

Nel cuore delle Alpi, il Parco Naturale Adamello Brenta è la più estesa area protetta del Trentino, con una superficie totale di 618 chilometri quadrati. Situato nel Trentino occidentale, tra le Valli Giudicarie, di Non e di Sole, il Parco si estende su due ambiti geologicamente distinti: il Gruppo delle Dolomiti di Brenta ad oriente e il Massiccio granitico dell'Adamello-Presanella a occidente, con numerose superfici glacializzate poste a cavallo del confine con la Lombardia.

Possibilità escursionistiche

Escursioni con guide alpine nelle zone più caratteristiche del parco.

Visite: Il Centro Visitatori (aperto da giugno a settembre) si trova a Tovel, nel cuore del Parco, sulle rive dell'omonimo lago.

Descrizione

In generale l'ambiente del Parco è quello tipico dell'arco alpino centro-meridionale, con splendidi boschi prevalentemente d'aghifoglie fino ai 1900-2000 metri; oltre questa quota, praterie alpine e vegetazione rupestre che si spinge anche oltre i 2500 metri. Più di un terzo della superficie del parco è occupata da boschi e foreste; tra le aghifoglie: l'abete rosso, il larice, l'abete bianco, il pino silvestre. A basse quote le latifoglie, con l'acero, il corniolo, il sorbo, il nocciolo, la roverella e l'ontano. Sopra i 2000 metri i boschi si diradano e l'adattamento alle rigide condizioni atmosferiche produce arbusti cosiddetti "contorti", come il mugo e il rododendro, e arbusti nani come l'alzalea e salici striscianti. I pascoli alpini sono costellati da genziana, genzianella, anemone alpino, arnica, ranuncolo delle Alpi, papavero alpino e giglio. Più in alto la stella alpina e il lichene islandico.

Un ricco patrimonio faunistico, con molte specie rare ed esclusive per l'arco alpino, è la testimonianza dell'eccezionale integrità del Parco. In primo luogo gli ultimi esemplari di orso bruno alpino, ormai estintosi in tutte le Alpi tranne che in una limitata porzione del Parco, nel settore nord-orientale del Brenta, dove è oggetto di studi e ricerche avanzate volte alla sua salvaguardia. L'ungulato più diffuso nel parco è il camoscio, con circa 6000 esemplari, ma è presente anche il cervo e il capriolo. Tra gli altri animali la marmotta, lo scoiattolo, il tasso, l'ermellino, la donnola, la martora, la faina e la lepre. Ricca anche l'aviofauna, con il francolino di monte, il gallo cedrone, il gallo forcello, la pernice bianca, il rondone alpino, il picchio, il cuculo, il gufo reale, la civetta e l'allocco. Tra i rapaci si può scorgere il falcone, il gheppio e l'aquila, in volo maestoso sui territori di caccia.

Parco Naturale dello Sciliar

Informazioni

Ufficio Parchi Naturali Bolzano, Via C. Battisti, 21 - tel. 0471/994300

Province: BOLZANO

Comuni interessati: Castelrotto, Fié allo Sciliar e Tires.

Superficie: 5.850 ettari

Collegamenti: Le località Castelrotto, Siusi e Fié sono ben collegate con Ortisei in Val Gardena e con la statale del Brennero (Ponte Gardena e Prato Isarco).

Cenni geografici

Lo Sciliar è il massiccio delle Dolomiti occidentali che da il nome a questa zona protetta. E' qui che le Dolomiti raggiungono le loro estreme propaggini occidentali. L'altopiano dello Sciliar (con le due cime della Punta Santner e Punta Euringer) ha un'altitudine media di circa 1.000 metri sul livello del mare. Quasi mille metri più in alto, sul suo fianco settentrionale, é situata L'Alpe di Siusi la cui zona di tutela paesaggistica forma con il Parco Naturale dello Sciliar un'area naturale unitaria.

Possibilità escursionistiche

Agli appassionati di geologia si consigliano in particolare 3 escursioni: 1. dai Bagni di Razzes presso Siusi, si può costeggiare il Rio Freddo fino alla Malga Probliner (1742 m); 2. dall'Alpe di Siusi, si può percorrere il "Sentiero dei turisti" fino alle pendici dei Denti di Terrarossa; 3. escursione sull'altopiano dello Sciliar e al "Rifugio Bolzano" (2457 m).

Descrizione

La "dolomia dello Sciliar" é la roccia preponderante del massiccio dello Sciliar; essa é formata da alghe, coralli e scogliera che danno un colore rosso scuro, rosa e bianco che crea un forte e affascinante contrasto sullo sfondo delle verdi distese e dei boschi scuri. E' probabilmente questa la zona delle Dolomiti più ricca da un punto di vista geologico. Grazie alla varietà del suolo e alla posizione centroalpina esistono, nella non estesa area del Parco naturale dello Sciliar, più specie vegetali che in altre zone dolomitiche. Esistono in questa zona piante sopravvissute all'era glaciale denominate "endemiche"; fra queste vanno citate la campanula di Moretti che cresce nelle fessure delle pareti rocciose e il magnifico raponzolo chiomoso. Altre piante caratterizzanti la flora di questa zona sono: le soldanelle, la sassifraga oppositifolia, gli anemoni, il croco, le genziane, le pinguicole, le primule, la daphne, la drala e le stafusarie. Presso i corsi d'acqua si notano ciuffi di aconito napello, mentre i detriti rocciosi sono ricoperti da papaveri alpini, hutchinisie alpine, silene acaulis e minuartie. Anche da un punto di vista faunistico la zona é assai ricca. Tra gli uccelli si possono ricordare il picchio, il gufo e il gallo cedrone che vive in radure ricche di bacche. Trovano il loro habitat vicino ai limiti del bosco il fagiano di monte, il merlo, la cincia delle Alpi, il lucherino, il picchio nero, la civetta e la civetta nana. Sulle pareti dello Sciliar nidificano il corvo imperiale, la rondine montana e lo sparviero. Altre animali che caratterizzano questa zona sono: l'ermellino, la lepre delle Alpi e il camoscio. All'interno del parco nidifica anche l'aquila reale.

Parco Naturale Dolomiti di Sesto

Informazioni

Ufficio Parchi Naturali Bolzano, Via C. Battisti, 21 - tel. 0471/994300

Province: BOLZANO

Comuni interessati: Dobbiaco, Sesto e S. Candido.

Superficie: 11.635 ettari

Cenni geografici

Le Dolomiti di Sesto, nei comuni di Dobbiaco, Sesto e S. Candido, costituiscono i contrafforti nordorientali delle Dolomiti. In queste spiccano le Tre Cime di Lavaredo (Cima Grande 2999 m), il Gruppo di Rocca e Croda dei Baranci, la Cima Dodici (3094 m), la Croda Rossa (2936 m) e la Punta Tre Scarperi (3152 m).

Visite: Sono consigliate visite alla chiesa parrocchiale di Dobbiaco, notevole esempio del barocco pusterese; al Castel Herbsten, una delle più belle residenze antiche di Dobbiaco; al Duomo di S. Candido, considerato il più importante monumento romanico del Tirolo, con gli affreschi di Michael Pacher e il gruppo ligneo intagliato della crocefissione; al paese di Sesto con il Museo Rudolf Stolz e il cimitero a terrazze.

Descrizione

Il Parco Naturale Dolomiti di Sesto si estende su tre comuni: Dobbiaco (1240 m) situato in una bella conca della Val Pusteria; S. Candido (1173 m) situato all'imbocco della Val di Sesto; Sesto (1310 m), considerato uno dei centri alpinistici più famosi delle Dolomiti, situato in una valle delimitata a nord-est dai dolci pendii della Catena carnica e a sud-ovest dalle Dolomiti di Sesto.

In questo parco possiamo ammirare zone caratterizzate da rocce e ghiaioni, zone boschive e zone caratterizzate da pratoni fioriti e alberati con larici.

Nelle zone caratterizzate da rocce e ghiaioni possiamo trovare nei crepacci e sulle sporgenze alcuni dei fiori dolomitici più belli, come per es. la potentilla nitida e il papavero alpino. La zona boschiva é caratterizzata dalla presenza diverse tipologie di alberi fra i quali risalta il pino mugo. Nei vasti pratoni troviamo innumerevoli specie di fiori come le soldanelle, i mughetti, le paradisie, gli astri alpini, i gigli rossi.

Nel parco naturale vivono circa 50 specie di uccelli fra i quali la incontrastata regina é l'aquila reale. Il parco é anche rifugio per quegli animali che hanno bisogno di un habitat indisturbato come i camosci, i caprioli, le volpi, le lepri alpine, gli ermellini e le martore.

Parco Naturale Fanes-Senes-Braies

Informazioni

Ufficio Parchi Naturali Bolzano, Via C. Battisti, 21 - tel. 0471/994300

Province: BOLZANO

Comuni interessati: Dobbiaco, Braies, Valdaora, Badia, San Vigilio di Marebbe e La Valle.

Superficie: 25.680 ettari

Cenni geografici

Il territorio del Parco Naturale di Fanes-Senes-Braies é racchiuso tra la Val Badia ad ovest, la Val di Braies a nord, la Valle di Landro ad est e la Val Travenanzes a sud. A sud-ovest del Parco, ai piedi del Sas de la Crusc, di La Varela (3034 m), le Conturines (3011 m) e Lagazuoi (2576 m) si trovano le località di Pedraces, San Leonardo, La Villa e San Cassiano.

Possibilità escursionistiche

Sono innumerevoli e ben segnati i sentieri che permettono a turisti di raggiungere i luoghi incantevoli di questo parco.

Descrizione

Muraglioni di roccia altissimi svettanti sopra fitti boschi di abete rosso e di larice tracciano il confine naturale di questo parco, territorio ideale per escursioni, capace di trasmettere ai turisti impressioni indimenticabili delle Dolomiti. Brulli altipiani carsici, scintillanti laghi alpini incastonati in conche dolomitiche (fra cui il suggestivo Lago Braies), torrioni modellati nelle forme più disparate, questa é la varietà di un paesaggio paradisiaco inondato da variopinti fiori di innumerevoli specie. Un fiore molto raro e quindi particolarmente prottetto che caratterizza la zona é il giglio rosso.

La fauna del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies può essere ritenuta rappresentativa per l'intera regione dolomitica; notevole é infatti la eterogeneità di habitat con differenti fasce di vegetazione come boschi misti di conifere, vasti altipiani con stupendi prati, malghe coltivate, impervie pendici rocciose, laghi e ruscelli limpidi. Da ricordare é senza dubbio la presenza di animali come il capriolo, il cervo, la volpe, il tasso, lo scoiattolo e una vasta tipologia di volatili fra cui la civetta nana, le cinciallegre, i picchi muratori, la beccaccia. L'animale simbolo di questo parco naturale è tuttavia la marmotta.

Parco Naturale Gruppo di Tessa

Informazioni

Ufficio Parchi Naturali di Bolzano, via C. Battisti 21, tel. 0471/994300

Province: BOLZANO

Comuni interessati: Senales, Naturno, Parcines, Lagundo, Tirolo, Rifiano, S. Martino in Passiria e Moso in Passiria.

Superficie: 33.430 ettari

Cenni geografici: Il Parco del Gruppo di Tessa è il più grande dei parchi naturali dell'Alto Adige: un vasto territorio di alta montagna che va dalla Val Senales fino al cuore della Val Passiria e comprende l'intero Gruppo di Tessa e parti delle Alpi dell'Otzal (crinale di Senales e di Gurgl).

Dal punto di vista geologico il parco appartiene completamente al complesso delle Alpi Centrali.

Possibilità escursionistiche

E' presente una vasta serie di sentieri sicuri e ben segnati.

Visite: L'Ufficio Parchi Naturali di Bolzano, in collaborazione con le Aziende di Soggiorno, organizza visite naturalistiche all'interno del parco, guidate da persone esperte dei luoghi.

Descrizione

Le pendici del Gruppo di Tessa che si affacciano verso la conca meranese, nella fascia che va dai frutteti e vigneti di fondovalle fino ai boschi di abete rosso, sono ricoperte da una formazione vegetale di latifoglie miste e pinete di pino silvestre. Questi boschi rappresentano un habitat ideale per una serie di piccoli mammiferi diurni e notturni, per varie specie di uccelli, nonché per gli ungulati, quali il capriolo. Un quadro completamente diverso è quello della sezione del Parco compresa nella Val Senales. La gran parte del versante montano è costituita da dirupi sui quali riesce a vegetare come unica specie il larice, accanto ad arbusti quali il crespino ed il ginepro. Oltre al limite naturale degli arbusti si aprono vaste spianate utilizzate dall'apicoltura. Tipiche specie floristiche di questi ambienti sono il nardo, l'achemilla, la campanula barbata, il ranuncolo pirenaico ed il trifoglio alpino. Nelle zone calcaree spiccano piante quali l'astragalo montano, il fiteuma emisferico e la stella alpina. Prati e pascoli di montagna formano l'ambiente preferito per una serie di animali, fra i quali la marmotta, che è presente in Val di Fosse in una numerosa colonia, e la lepre alpina, che d'inverno muta il colore del suo mantello per sfuggire alla vista dei suoi predatori. I pascoli, infatti, sono terreno di caccia per il gheppio e l'aquila reale, mentre alte specie, come lo spioncello e il pispolone, nidificano su questo tipo di terreno.

Parco Naturale Monte Corno

Informazioni

Ufficio Parchi Naturali Bolzano, Via C. Battisti, 21 - tel. 0471/994300

Province: BOLZANO

Comuni interessati: Anterivo, Montagna, Egna, Salorno e Trodena

Superficie: 6.660 ettari

Cenni geografici

Il Parco Naturale Monte Corno presenta confini piuttosto chiari: ad ovest la pianura dell'Adige (da Egna alla chiusa di Salorno), a sud-est la val di Cembra, a nord la parte finale della Val di Fiemme. Il dorsale (costituito di porfido e dolomia) si estende dal limite della pianura della Val d'Adige (220 m) fino alla zona subalpina attorno al Monte Corno (1781 m).

Possibilità escursionistiche

La zona vicino al Monte Corno è un paradiso per tranquille escursioni capaci di far capire l'mmensa bellezza della natura immonda.

Descrizione

Di tutti i parchi naturali dell'Alto Adige il Monte Corno vanta la flora e la fauna più ricche di specie, in quanto il parco comprende anche la zona climatica supramediterranea. Una varietà di tipologie di boschi copre circa il 90% di questo parco definito appunto "parco dei boschi". In questa zona inoltre, dal momento che l'uomo ha rispettato per secoli i fattori naturali, si è mantenuto un equilibrio ecologico che permette di ammirare paesaggi solitari, pieni di bellezze e immuni da edificazioni di massa.

Sono diverse le tipologie di boschi che possono essere ammirate in questo parco; ognuno di questi accoglie tipologie di specie vegetali diverse. In particolare possiamo ricordare il bosco ceduo submediterraneo di roverella, carpino nero e orniello, con una straordinaria varietà di arbusti eliofili come l'erba corvetta, il ginepro, il crespino ecc., il bosco misto di faggio e abete bianco, le pinete di pino silvestre, il bosco di abete bianco e abete rosso, nonché il bosco subalpino di abete rosso.

Come già detto anche le specie faunistiche presenti sono innumerevoli; caratteristico della zona é il ramarro, ma anche il ghiro, l'usignolo, l'upupa, la capinera, la volpe, il tasso, l'ermellino, la lepre, lo scoiattolo e molte altre specie animali.

Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Informazioni

Direzione del Parco: Tonadico, via Roma 19, tel; 0439/64854

Centro visitatori: Paneveggio, statale del Rolle, tel. 0462/576283

Province: TRENTO

Superficie: 19.000 ettari

Collegamenti: Statale del Rolle fino a Paneveggio, 14 km da Predazzo, 16 km da San Martino di Castrozza.

Cenni geografici

Il Parco è situato nel Trentino orientale tra le Valli di Fiemme, Primiero e Vanoi, al confine col Veneto. Il territorio comprende la grande foresta demaniale di Paneveggio, San Martino, Valsorda e Valzanca, l'alto bacino del rio Traviglolo, la Val Venegia, l'estremità orientale del Lagorai, la foresta di Caoria e infine i versanti occidentale e meridionale del Gruppo dolomitico delle Pale. Quest'ultima porzione di parco è separata dalle altre dalla Valle del Cismon, con i centri di San Martino di Castrozza e Fiera di Primiero. Il limite orientale del parco è il confine trentino-veneto, nel cuore delle Pale; quello occidentale è la Valle del Vanoi.

Possibilità escursionistiche

Nel corso dell'estate l'Ente Parco promuove, in collaborazione con le guide alpine, un ricco calendario di escursioni guidate.

Visite: Sono due attualmente i Centri Visitatori del Parco, quello di Paneveggio e quello di San Martino di Castrozza. Il primo è dedicato ai temi del legno, della foresta e dei suoi abitatori, sviluppati attraverso un percorso didattico in 15 stazioni. Il secondo è invece dedicato alla geologia del parco ed agli adattamenti all'alta quota di flora e fauna.

Descrizione

Le grandi foreste del Parco, oltre ai grandi abeti rossi, offrono una grande varietà di specie arboree. Fra le latifoglie: l'acero montano, il faggio, il pioppo e l'ontano bianco; tra le altre aghifoglie: l'abete rosso di risonanza, il pino cembro e il larice. Dove la foresta si dirada prende il sopravvento un ricchissimo sottobosco, mentre più in alto si estendono a grandi e colorate macchie le formazioni arbustive dei mughi, dei rododendri, dei mirtilli, dell'erica e degli arbusti nani. Nei pascoli in quota, dove si praticano attività agricolo-pastorali e d'allevamento, si susseguono tra primavera ed estate le fioriture delle diverse specie floreali: campanule, anemoni, genziane, scarpette della Madonna, primule, negritelle e arnica. Tra le rocce fioriscono gli astri, il raponzolo e le stelle alpine.

Per quanto riguarda la fauna, il vero re della foresta è il cervo, elegante e disinvolto, simbolo di tutto il parco. La sua presenza è rappresentativa di un ripristinato equilibrio biologico tra le diverse specie del Parco. Rilevante, in generale, la presenza dei predatori carnivori: l'aquila, la lontra e la lince, che chiudono la catena alimentare. Nelle praterie alpine in quota sono presenti in colonie la donnola, l'ermellino, la martora e innumerevoli uccelli: la civetta di bosco, il francolino di monte, il picchio nero e il picchio rosso, la nocciolaia e il gallo cedrone. La fascia di vegetazione bassa ospita il gallo forcello, mentre la pernice bianca si spinge in alto adattando il colore del suo piumaggio. Dalla ricchezza faunistica di quest'area tra vantaggio l'aquila reale, che nidifica tra le Pale e il Lagorai.

Parco Naturale Puez-Odle

Informazioni

Ufficio Parchi Naturali Bolzano, Via C. Battisti, 21 - tel. 0471/994300

Province: BOLZANO

Comuni interessati: Funes, Santa Cristina, Selva, Corvara, San Martino in Badia e Badia.

Superficie: 9.210 ettari

Cenni geografici

Il Parco Naturale Puez-Odle è situato nella parte occidentale delle Dolomiti altoatesine. E' delimitato a nord dal Passo delle Erbe e a sud dal Passo Gardena. A est il parco si estende fino alla Val Badia (Longariù e Antermoia), mentre ad ovest arriva fino alle valli di Funes e Gardena.

La parte settentrionale é dominata dal complesso delle Odle di Eores e di Funes (Sass Rigais 3025 m) e dal Sass da Putia, la parte meridionale dagli altipiani della Gherdenacia, del Sassongher, dal Gruppo del Puez con la Vallunga e dal Gruppo del Cir.

Possibilità escursionistiche

Sono presenti innumerevoli sentieri sicuri e ben segnati.

Descrizione

Il quadro paesaggistico del Parco naturale Puez-Odle é caratterizzato dalla varietà e dalle presenze geologiche contrastanti. I geologi possono osservare in questa zona tutti i tipi di roccia, gli sconvolgimenti tettonici e i fenomeni di erosione tipici delle Dolomiti. La flora presente nel Parco Naturale varia a seconda delle rocce, del terreno, dell'altimetria e del microclima. In particolare la zona boschiva é limitata ai margini del Parco Naturale; in tale zona si notano ricchi popolamenti di pino cembro, abete rosso, larici, nonché vasti tappeti di rododendri. Singoli alberi giovani si possono trovare fino i 2.400 m; al di sopra di tale quota vegetano i contorti pini mughi accompagnati da una ricchissima flora. Sulla Malga di Zannes fioriscono le incantevoli pulsantille, le soldanelle, le primule farinose, i fiori di croco e in estate l'anemone sulfurea. Sui prati del Compaccio, del Putia e dell'alta Val Longiarù si possono ammirare innumerevoli specie di fiori e di erbe. Anche la Vallunga possiede una flora assai ricca, con piante particolarmente rare come il rododendro nano, le scarpette della Madonna, il giglio martagone e quello di San Giovanni. Nei versanti ripidi e aridi della zona del Putia si trovano cuscinetti di carici e di sesleria. Nei posti ripidi e riparati dal vento crescono, invece, le stelle alpine, l'ormino e la pedicolare a spiga breve.

La fauna del Parco Naturale è caratterizzata, fra l'altro, dalla presenza di cervi, caprioli, camosci, marmotte e un notevole quantitativo di specie di uccelli fra cui il gufo reale, e uccelli canori come il codirosso spazzacamino e il culbianco. Un mondo a sè è rappresentato da una serie innumerevole di insetti fra i quali variopinte farfalle e vistosi coleotteri.

Parco Naturale Vedrette di Ries-Aurina

Informazioni

Ufficio Parchi Naturali Bolzano, Via C. Battisti, 21 - tel. 0471/994300

Province: BOLZANO

Comuni interessati: Campo Tures, Gais, Perca, Rasun-Anterselva, Valle Aurina e Predoi

Superficie: 31.505 ettari

Collegamenti: Gli accessi stradali al parco sono limitati alle valli limitrofe. Da Brunico, in Val Pusteria, una strada provinciale conduce verso nord a Campo Tures da dove una strada di montagna porta a Riva (considerato un ottimo punto di appoggio per intraprendere escursioni nella parte centrale delle Vedrette di Ries). Lungo il margine est del parco, una strada da Valdaora, attraverso la Valle Anterselva, raggiunge l'omonimo lago e porta al Passo Stalle (2052 m), importante valico di confine con l'Austria, aperto al traffico da metà maggio a metà ottobre, che collega le Valli di Anterselva a Defereggen (Tirolo est).

Cenni geografici

Il Parco Naturale Vedrette di Ries-Aurina comprende le regioni superiori delle Vedrette di Ries, appartenenti al territorio italiano, nonché il versante sud-ovest della cresta montuosa della Cima Dura, la quale ricade nel fondovalle di Tures fra la Valle di Riva e la Valle Aurina. Le Vedrette di Ries rappresentano solo un piccolo sottogruppo della catena montuosa degli Alti Tauri, ma comprendono più di una dozzina di montagne che raggiungono i 3000 m. (Collalto 3436 m). La zona protetta incude anche il Bacino della Valle di Riva, la maggior parte del fianco orografico destro della Valle di Anterselva, alcune zone delle valli di Rio Molino e di Vila e tocca le parti elevate dei pendii della Valle di Tures e dell'esterna Valle Aurina.

Visite: Sono consigliate visite al Lago di Anterselva, considerato la perla dei laghi di montagna dell'Alto Adige, al Castello della dinastia dei Taufers nella Valle di Tures, ed a Cadipietra dove in alcuni edifici sopravvive il ricordo dell'attività estrattiva.

Descrizione

Il Parco Naturale Vedrette di Ries-Aurina assume una dimensione europea, in quanto con il Parco Nazionale Austriaco forma un'unità. Esso è caratterizzato da cime estremamente elevate, alquanto insolite per una regione che é costituita di roccia primitiva (gneis antico). Fra queste spiccano il Collalto (3358 m), le cime attorno a Cima Durreck (3130 m) e la Cima dei Tre Signori (3499 m). I molti laghetti ed i torrenti, con meravigliose piccole cascate, costituiscono un elemento essenziale dell'ambiente del parco. L'abbondanza idrica é determinata dalla presenza dei ghiacciai Vedrette di Ries, Collalto e Sassolungo.

Il parco presenta al suo interno territori agricoli, pascoli e praterie sui quali fioriscono l'arnica, la campanella barbata, la fragola d'oro, le anemoni e molte alre affascinanti specie. Fra le specie di alberi presenti nei boschi del parco l'abete rosso é senza dubbio quella maggiormente rappresentata; è inoltre tipica la vegetazione di arbusti nani come il rododendro ed il mirtillo. Altri alberi presenti sono il larice, il pino cembro, il pino mugo e l'ontano verde. Sulle roccie silicie i manti erbosi sono dominati dalla carice curvula e da molti tipi di primule.

Sono molte le specie animali che si possono trovare in questo parco e in modo particolare all'interno dei boschi; possiamo citare i cervi, i caprioli, gli scoiattoli, ma anche gufi, lucherini, crocieri, galli cedroni e francolini di monte. Nelle praterie la marmotta trova erbe e graminacee a volontà, divenendo tuttavia preda preferita dell'aquila reale, la quale nidifica regolarmente nel parco.

Parco Nazionale dello Stelvio

Informazioni

Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio, via Roma 1 23032 Bormio (SO) tel, 0342/910100

Province: BOLZANO, TRENTO, BRESCIA, SONDRIO

Comuni interessati: 22

Superficie: 134.619 ettari

Collegamenti: Da Trento si segue la s.s. 12 del Brennero o l'Autostrada A22 in direzione nord fino a San Michele all'Adige (16 km). Si prosegue sulla s.s. 43 in direzione Mezzolombardo; alla Rocchetta si entra in Valle di Non, si prosegue per Taio, Dermulo fino a Cles. Al ponte di Mostizzolo si entra in Valle del Sole, si prosegue sulla s.s. 42 per Caldés, e poco prima di Malé si devia sulla destra per la Valle di Rabbi, verso San Bernardo e Bagni di Rabbi. Da questa località si accede alla Val Cercena ed alla Val Saènt.

Cenni geografici

Il parco confina a nord con la Svizzera e viene a diretto contatto per alcuni chilometri, in Valle di Livigno, col Parco Nazionale Svizzero; a sud viene a contatto, al Passo del Tonale, col parco naturale trentino dell'Adamello-Presanella e, tramite questo, col parco regionale lombardo dell'Adamello. Così il Parco Nazionale dello Stelvio, che già da solo per estensione è il più vasto di tutte le Alpi, rappresenta il cuore di un'ancor più vasta area protetta che si estende complessivamente per quasi 400.000 ettari.

Possibilità escursionistiche

Escursioni guidate con l'assistenza delle Guide Alpine della Scuola di Alpinismo "Ortler-Cevedale" nelle valli del Parco Nazionale con possibilità di avvistamento animali.

Visite: Visite guidate ai Musei e ai centri culturali.

Descrizione

Il Parco Nazionale dello Stelvio fu istituito nel 1935 per tutelare e migliorare la flora, incrementare la fauna e conservare le speciali formazioni geologiche nonché le bellezze del paesaggio del gruppo montuoso Ortles-Cevedale, ed inoltre per promuovere lo sviluppo del turismo in alcune delle più belle vallate delle Alpi.

La gamma delle specie vegetali presenti nel parco è particolarmente estesa. Lungo una linea verticale di 1000 metri si attraversano tutte le fasce altitudinali della vegetazione, dal bosco di conifere del fondovalle fino alle aree nivali con le specie resistenti al gelo che crescono sui terreni antistanti i ghiacciai.

La fauna è una delle attrattive più spettacolari del parco. Sono presenti stambecchi, camosci, cervi, caprioli, marmotte e numerose specie di uccelli, tra i quali l'aquila che è l'emblema del parco.

 

VENETO

Parco Naturale Regionale del Fiume Sile

Informazioni

Ente Parco Fiume Sile, Quinto di Treviso, via Monsignor Tognana 81, tel. 0422/470366.

Province: TREVISO, PADOVA, VENEZIA

Superficie: 3000 ettari

Cenni geografici

Il Parco abbraccia una fascia di territorio pianeggiante di circa tremila ettari lungo il corso del fiume Sile, dalla zona delle risorgive fino a Portegrandi, attraverso le province di Treviso, Padova e Venezia.

Visite: Lungo il corso del Sile si trovano pregevoli testimonianze storico-architettoniche (ville costruite tra il XV e il XVIII secolo, esempi di archeologia industriale come mulini, fornaci, opifici) e testimonianze delle opere idrauliche della Repubblica di Venezia.

Descrizione

Il corso del fiume Sile presenta una successione di ambienti naturali ed umani molto vari e diversi tra loro (vi rientra anche una parte dell'area urbana di Treviso).

Accenniamo qui solo ad alcuni dei più interessanti. L'area delle risorgive, al cui interno troviamo una serie di elementi tipici quali fontanili, laghetti, aree paludose, pianure torbose, corsi d'acqua, è di grande importanza naturalistica per la presenza di una ricca varietà vegetazionale, tra cui i piccoli boschetti ed esemplari isolati delle tipologie riconducibili all'antica foresta planiziale, e di una pregiata fauna soprattutto ittica ed ornitica. L'area è infatti sito di nidificazione o di svernamento di numerose specie di uccelli, tra i quali il falco picchiaiolo, l'airone rosso, l'airone cenerino, la garzetta, la nitticora.

Degna di segnalazione è anche l'oasi di Santa Cristina, creata per iniziativa del Comune di Quinto di Treviso e di un'associazione locale e appositamente attrezzata per consentire la visita di uno dei tratti più belli del fiume.

Infine, oltrepassata l'area urbana di Treviso, troviamo le cave di Casale sul Sile, una zona umida di rilevante interesse ambientale, luogo di sosta e di svernamento di numerose specie di uccelli acquatici.

Parco Naturale Regionale della Lessinia

Informazioni

Comunità montana della Lessinia, via Cà Di Cozzi 41, tel. 045/915155

Province: VERONA

Comuni interessati: 15

Superficie: 10.000 ettari

Cenni geografici

Il Parco comprende un territorio di poco più di diecimila ettari, che corrisponde per lo più all'altopiano superiore della Lessinia, che si estende a nord di Verona fino al confine con la provincia di Trento, al quale sono da aggiungere alcuni profondi solchi vallivi (vaj) che discendono dall'altopiano ed una serie di siti di particolare interesse naturalistico e paleontologico ubicati più a sud: cascate di Molina, Covolo di Camposilvano e Valle delle Sfingi, Covoli e Purga di Velo, Pesciara di Bolca, Strati di Roncà e basalti colonnari di San Giovanni Ilarione.

Possibilità escursionistiche

Le possibilità di escursioni, guidate e non, sono numerose. Per quelle più facili si parte da Fosse, da Passo Fittanze, o da Sega di Ala; per un'escursione più impegnativa da Peri in Val d'Adige.

Visite: Grande rilievo rivestono i musei della zona, che permettono al turista una vasta ricerca culturale.

Descrizione

Il territorio è caratterizzato da un elevato carsismo, come è dimostrato dalla presenza di numerose doline, grotte e cavità naturali (tra cui la celebre Spluga della Preta), di spettacolari strutture scolpite dalla natura nella roccia calcarea (Ponte di Vela, Valle delle Sfingi), di valli e vaj profondamente incassati, oltre che dalla scarsa presenza di acque superficiali. Un'altra particolarità della Lessinia è la presenza di importanti giacimenti fossili, disseminati in vari siti dell'altopiano e delle sottostanti valli, che sono oggetto di visita e di studio da parte degli appassionati: celebre fra tutti, la Pesciara di Bolca. Ma l'ambiente della Lessinia così come si presenta oggi, è anche il frutto di una secolare tradizione agro-silvo-pastorale, che ha prodotto le vaste praterie a pascolo, che si alternano ai fitti boschi e alle rocce delle zone più impervie, ma anche pregevoli esempi di architettura spontanea (baite, malghe, ghiacciaie, capitelli). A tutto ciò è storicamente collegato l'insediamento sull'altopiano, avvenuto a partire dal XIII secolo, di popolazioni di origine bavarese (Cimbri) tradizionalmente dedite alle attività agricole della montagna.

Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d'Ampezzo

Informazioni

Ufficio Informazioni, località Fiàmes, tel. 0336/494690 (periodo estivo)

Comunanza delle Regole d'Ampezzo, Cortina d'Ampezzo, via del Parco 1, tel.0436/867707

Province: BELLUNO

Comuni interessati: Cortina d'Ampezzo

Superficie: 11.000 ettari

Cenni geografici

Il Parco si estende a nord del centro abitato di Cortina d'Ampezzo. Al suo interno sono ricompresi alcuni dei più noti massicci rocciosi delle Dolomiti Orientali (Tofane, Fanes, Croda del Béco, Croda Rossa, Cristallo). Esso confina inoltre con il Parco naturale di Fanes, Senes e Braies, istituito dalla Provincia Autonoma di Bolzano, assieme al quale costituisce di fatto una grande area protetta di 37.000 ettari dalle caratteristiche ambientali omogenne.

Possibilità escursionistiche

Per le escursioni nel Parco sono a disposizione un'ottima rete di sentieri e mulattiere accuratamente segnalati, oltre a numerosi rifugi e bivacchi fissi del Club Alpino Italiano o privati, che vanno però utilizzati nel più rigoroso rispetto dell'ambiente. In particolare, occorre evitare l'attraversamento di zone o percorsi non segnalati di cui si è voluto preservare l'integrità naturale.

Descrizione

Il territorio del Parco è in gran parte proprietà indivisa delle Regole d'Ampezzo, le antiche comunioni familiari montane nate all'epoca dei primi insediamenti fissi nella valle, ma tuttora vitali e giuridicamente riconosciute, fondate dalle antiche famiglie originarie per garantire un uso collettivo dei boschi e dei pascoli ampezzani. Ciò, unitamente al fatto che all'interno dell'area a parco sono praticamente assenti insediamenti abitativi stabili, ha consentito la conservazione, fino ai giorni nostri, di un ambiente naturale di grande bellezza e integrità.

Il paesaggio del parco presenta i caratteri tipici della montagna dolomitica, con torri e imponenti pareti verticali formate per la maggior parte di Dolomia principale, accanto alle quali troviamo però anche ambienti carsici, modellati nei calcari grigi più corrodibili della dolomia, come gli altipiani di Foses e di Rudo, ricchi di grotte, doline ed altre manifestazioni di carsismo. Ai piedi delle pareti rocciose si estendono fitte foreste di conifere e praterie d'alta quota ricche di flora con numerose specie endemiche. Ricca è la presenza di fauna, con le principali specie tipiche dell'ambiente alpino, tra cui la marmotta, la pernice bianca, il gallo cedrone, il gallo forcello, l'aquila reale, il camoscio e lo stambecco.

Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi

Informazioni

Ente Parco, Piazzale Zancanaro 1, Feltre (BL), tel. 0439/304233

Province: BELLUNO

Comuni interessati: 15

Superficie: 32.000 ettari

Cenni geografici

Il Parco comprende buona parte delle Dolomiti meridionali che si affacciano sulla Val Belluna, tra cui alcuni massicci dolomitici di notevole importanza e bellezza, quali le Vette Feltrine, il Cimonega, il Pizzocco, i Monti del Sole, la Schiara, la Talvena e i Prampèr.

Possibilità escursionistiche

Una buona rete di sentieri e mulattiere ed alcuni validi punti di appoggio (rifugi e bivacchi fissi) del Club Alpino Italiano offrono ottime possibilità di visita agli escursionisti ed alpinisti.

Visite: Tra le principali attrattive sono da citare il complesso della Certosa di Vedana e l'ex centro minerario di Valle Imperina.

Descrizione

Il Parco si estende su un'area di eccezionale interesse naturalistico: l'orografia spesso aspra e complessa, la particolare localizzazione geografica e la quasi totale assenza di insediamenti stabili su gran parte del territorio, hanno favorito un'ottima conservazione degli ambienti naturali.

Il territorio è caratterizzato da una vegetazione assai ricca e varia. Di particolare rilevanza il repertorio floristico, che annovera molte specie rare e numerosi endemismi botanici.

Per quanto riguarda la fauna, sono presenti quasi tutti i principali mammiferi tipici dell'area alpina.

Parco Regionale dei Colli Euganei

Informazioni

Ente Parco Colli Euganei, Via Fontana 2, Arquà Petrarca, tel. 0429/777145

Province: PADOVA

Comuni interessati: 15

Superficie: 15.000 ettari

Cenni geografici

Il Parco comprende i maggiori rilievi collinari della Pianura Padana (il Monte Venda raggiunge quota 601) che si ergono a sud-ovest di Padova. I colli sono costituiti da apparati vulcanici di vario tipo formatisi tra l'Eocene superiore e l'Oligocene inferiore.

Visite: Primavera e autunno inoltrato sono i periodi più indicati per visitare la zona, anche in bicicletta o a piedi utilizzando le numerose stradine secondarie e i sentieri.

Particolare attenzione viene dedicata, dall'Ente Parco, all'organizzazione di servizi indirizzati a studenti e insegnanti per la visita del territorio a scopo didattico-educativo.

Descrizione

Fin dalla preistoria, come stanno a testimoniare gli importanti ritrovamenti archeologici, la zona dei Colli Euganei, fertile e riparata, si è prestata come luogo di insediamento idelae. Numerose e pregevoli sono anche le testimonianze del periodo medioevale e rinascimentale, tra cui ville, abbazie e primo fra tutti, il centro storico di Arquà Petrarca, oltre alle quali vanno considerati gli esempi di edilizia rurale felicemente inseriti in un paesaggio che ha da sempre risentito dell'intreccio tra gli elementi naturali e l'attività umana. Dal punto di vista vegetazionale, le particolari condizioni climatiche e geo-morfologiche hanno determinato la compresenza, nel medisimo ambito, di specie tipiche invece degli ambienti mediterranei, come la quercia e l'ulivo.

Mentre la flora si è abbastanza ben conservata, non si può dire lo stesso per la fauna che ha subito nel tempo un consistente impoverimento. Nonostante ciò i Colli Euganei costituiscono pur sempre un ambiente faunisticamente ricco. Tra i piccoli mammiferi insettivori sono comuni il riccio, la talpa, il topo ragno. Tra i roditori, il ghiro e il moscardino. I carnivori sono rappresentati dalla volpe, dal tasso, dalla faina e dalla donnola. Per quanto riguarda gli uccelli, nei mesi invernali i boschi ospitano la beccaccia, il tordo bottaccio, il tordo sassello, la cesena; mentre tra la bassa vegetazione si osservano lo scricciolo, il pettirosso, il regolo, il verdone, la cinciarella. In primavera arrivano l'upupa, il rigolo ed il cuculo. Fringuelli, cardellini e la bella ghiandaia sono presenti tutto l'anno. I rapaci diurni sono ben rappresentati dalla poiana; presenti pure il gheppio, lo sparviero e talvolta anche il lodaiolo. Fra i notturni il gufo, il barbagianni e l'allocco.

La zona è inoltre tra le più rinomate d'Italia per quanto riguarda la presenza di risorse termali, che costituiscono un'importante attrazione turistica.

 

FRIULI VENEZIA GIULIA

Foresta Regionale del Prescudin

Informazioni

Azienda delle Foreste della regione Friuli-Venezia Giulia

Villa Emma-Prescudin Barcis (PN) - tel. 0427/76016

Province: PORDENONE

Comuni interessati: Barcis

Superficie: 1.600 ettari

Collegamenti: Alla Foresta Regionale del Prescudin si accede lasciando la statale della Valcellina, in località Arcola, dopo aver superato per circa tre Km il piccolo centro di Barcis. Al Prescudin si può accedere anche dal Bellunese, dalla Valle del Vajont che da Longarone porta alla Valcellina, attraverso Erto, Cimolais, Claut, fino a Barcis.

Cenni geografici

La Foresta Regionale del Prescudin si estende lungo il torrente Prescudin, affluente di destra del Cellina. Il lato nord del bacino é chiuso dalla catena formata dal Monte Formica, dal Monte Arghena, e dal Col Muschio, mentre quello sud orientale é delimitato dalla dorsale Forca di Sass, Monte Angelo e Monte Laura.

Descrizione

La Foresta Regionale del Prescudin é considerato un luogo rapresentativo della natura, una "valle incantata" dove, il turista che avrà modo di visitarla, rischierà di sentirsi spaesato, fuori dal tempo, in quanto immerso nella natura incontaminata, con animali che vivono in perfetto equilibrio con l'ambiente. In questa foresta é quindi possibile incontrare una famiglia di timidi caprioli, un branco di camosci in movimento nelle zone rocciose, scoiattoli saltellanti da un ramo all'altro. Non mancano tuttavia di stupire i numerosi uccelli, sia stanziali che migratori, che rallegrano la zona.

La vegetazione è interessante per la varietà dovuta all'isolamento della zona. Il paesaggio del Prescudin é dominato dal faggio, il quale si spinge fino ai 1500-1600 metri. Il faggio si mescola con altre specie come l'acero montano, il frassino, il carpino nero, l'orniello. Tre le specie floreali, da ricordare il cicerchione e il giglio rosso.

Parco Naturale dell'Isonzo - Isola della Cona

Informazioni

Comune di Staranzano tel. 0481/716917

Province: GORIZIA

Superficie: 1.300 ettari

Collegamenti: E' possibile accedere al parco dalla strada provinciale Monfalcone-Grado seguendo l'argine di sinistra del fiume Isonzo (Sponda verso Monfalcone).

Cenni geografici

La zona di speciale tutela dell'isola della Cona si estende su 1.300 ettari circa e comprende anche la parte gradese della foce dell'Isonzo. L'Isonzo é il secondo fiume della regione Friuli-Venezia Giulia dopo il Tagliamento. Nasce dalla Slovenia, in Val Trenta, tra i massicci del Mangart e del Tricorno e dopo un corso di 140 Km. (99 dei quali in Slovenia), sfocia a Punta Sdobba tra Monfalcone e Grado. Il bacino imbrifero del fiume Isonzo e dei suoi affluenti è di 3.430 Kmq; tra i tributari sono importanti il Torre, il Natisone, lo Iudrio e il Vipacco. Il regime idraulico è a carattere torrentizio con portate altamente variabili. Il tratto italiano fa parte del Parco Naturale.

Possibilità escursionistiche

Vi sono tre sentieri che permettono di visitare le zone umide della foce:

1) sentiero A (15 min. a passo) che porta all'osservatorio della Marinetta dove si può spaziare a 360 gradi sugli ambienti circostanti, dalle barene al canale della Quarantia, al bosco degli Alberoni al bosco degli Ontani;

2) sentiero B (30 min. a passo) che partendo dal sentiero A, al bivio per la Marinetta e scavalcato l'argine, conduce al bosco degli Ontani. Attraversando nuovamente l'argine é possibile poi raggiungere l'Osservatorio del Cioss;

3) sentiero C (80 min. a passo) che porta alla foce del fiume continuando il sentiero B.

Visite: Possono essere effettuate delle visite con l'ausilio di una guida naturalistica, abilitata dall'amministrazione comunale, previa prenotazione. E' possibile, inoltre, effettuare delle visite a cavallo, su prenotazione, il sabato e la domenica.

Descrizione

La zona dell'isola della Cona è estremamente ricca di flora e di fauna caratteristiche. A nord della Diga che unisce la Cona alla terraferma, gli ambienti naturali sono spesso ridotti a sottili quinte lungo l'alveo del fiume. Verso la foce prende il sopravvento la vegetazione spontanea. Sono molto estesi gli ambienti di velma (zone periodicamente emergenti con la bassa marea), le barene (isolotti emergenti ricoperti da vegetazione resistente alla salinità) ed ampi canneti, diffusi dove la salinità diminuisce e si annulla. I boschi presenti nella zona sono costituiti prevalentemente dall'Ontano nero, il Frassino ossifillo e il Pioppo nero.

Gli uccelli costituiscono il gruppo faunistico più evidente con circa 250 specie osservate delle quali oltre 50 nidificano nella zona. Le specie acquatiche, oche, anatre, aironi, folaghe, ecc., sono particolarmente numerose e risultano evidenti in ogni stagione, in particolare nella zona del Ripristino, dove i punti di osservazione attrezzati consentono di ammirarle da vicino senza arrecare disturbo. Tra i mammiferi il capriolo é la specie selvatica più notevole. All'interno dell'isola sono stati inseriti due gruppi di cavalli Camargue, uno é mantenuto allo stato brado, l'altro viene utilizzato per le visite. Il ripristino di ampie zone di canneto ha permesso di reintrodurre e far nidificare specie animali rare come il Cavaliere d'Italia, l'airone rosso e l'oca grigia. Alla foce si possono poi agevolmente osservare i cormorani, i beccapesci, gli edredoni e, con un po' di fortuna, le beccaccie di mare.

Parco Naturale Prealpi Carniche

Informazioni

Comitato di Coordinamento del Parco

Via Roma, 6 - 33080 Cimolais (PN), tel. 0427/87333

Province: PORDENONE, UDINE

Comuni interessati: Andreis, Cimolais, Claut, Erto e Casso, Forni di Sopra e Forni di Sotto.

Superficie: 31.000 ettari

Cenni geografici

Il Parco Naturale Prealpi Carniche si trova nel settore occidentale della fascia prealpina del Friuli-Venezia Giulia. A nord é delimitato dall'alta Val Tagliamento, a sud dal corso del torrente Cellina e dalla statale 251, a ovest dal confine amministrativo, con la regione Veneto, a est dalla dorsale che va dal Monte Raut, al Monte Chiarescons fino alla palude di Cima Corso.

Possibilità escursionistiche

Il territorio del parco in tutta la sua estensione é particolarmente adatto per l'escursionismo di tipo naturalistico e il terkking, che sono garantiti da una adeguata rete di sentieri e un discreto numero di strutture di appoggio. Le impervie e spumeggianti acque del Cellina e degli altri torrenti montani sono ideali per praticare la canoa.

Descrizione

Il paesaggio del Parco Naturale Prealpi Carniche é quello caratteristico delle Prealpi Orientali, determinato da un contorno dolomitico e da vallate lunghe e strette. La catena dei Monfalconi e degli Spalti di Toro assieme alle praterie di alta quota di "Campoross" e ai pascoli di Malga Senons, ne fanno un ambiente unico in tutto l'arco alpino e prealpino.

Le condizioni di vegetazione del parco sono influenzate soprattutto dal clima temperato della fascia altitudinale interessata, dall'azione termoregolatrice che svolge il non lontano mare Adriatico e dall'elevata piovosità della zona. E' notevole la ricchezza floristica di tutto il comprensorio del parco, dovuta soprattutto dal fatto che oltre alla molteplicità di specie tipiche della fascia temperata, sopravvivono degli autentici endemismi, cioè organismi differenziatisi in loco in tempi lontani e rimasti oggi isolati in aree originarie circoscritte che costituiscono luoghi di particolare attrazione per l'escurzionista, anche per le singolari caratteristiche geologiche e climatiche. Tra questi endemismi, presenti nel parco, possiamo ricodare l'Arenaria huteri, la Gentiana froelichi, la Cypripedium calceolus (orchidea appariscente che si trova un po' ovunque nel parco), il Papaver rhaeticum, la Campanula morettiana (curioso esempio di vita tra gli anfratti rocciosi), la Daphne bla gayana e la rarissima pianta carnivora Drosera rotundifolia.

La notevole variabilità degli ambienti che riscontriamo all'interno del parco, rende il territorio idoneo per ospitare tutte le specie faunistiche tipiche della fascia alpino-montana; diffusa é la presenza del capriolo, del camoscio, dei cervi (in particolare nell'alta Val Settimana), dello stambecco (nella zona del Monte Turlon) e, a dimostrazione dell'elevato grado di naturalità dell'ambiente del parco, dell'aquila reale.

LIGURIA

Parco Naturale Regionale del Monte di Portofino

Informazioni

Ente Parco Naturale Regionale del Monte di Portofino: Tel. 0185/285706

Province: GENOVA

Superficie: 4.700 ettari

Collegamenti: E' possibile arrivare al parco facilmente con il treno, oppure tramite l'autostrada A12 Genova-Livorno uscendo a Recco o a Rapallo.

Cenni geografici

Il Parco Naturale Regionale del Monte Portofino comprende la maggior parte del promontorio di Portofino, che si trova fra Camogli e Rapallo nella Riviera di Levante.

Possibilità escursionistiche

Sono molti gli itinerari ed i sentieri della zona. Vengono consigliati, tra gli altri, le escursioni itineranti San Rocco-Batterie-San Fruttuoso-Pietre Strette-San Rocco, ed il tratto Ruta-Portofino Vetta.

Visite: E' consigliata la visita all'abbazia di San Fruttuoso e la gita in battello tra Camogli, Portofino e San Fruttuoso.

Descrizione

In uno spazio relativamente piccolo il Parco Naturale Regionale del Monte Portofino presenta un quantitativo enorme di tipologie di vegetazione. Il versante meridionale è caratterizzato dalla macchia mediterranea composta perlopiù da sempreverdi: vi possiamo trovare il leccio, il pinastro, il corbezzolo, il pino d'Aleppo ed altre piante come il mirto e il ginepro rosso. Il versante settentrionale del promontorio è invece caratterizzato dalla presenza di boschi mesofili, in virtù della temperatura più bassa e di una maggiore piovosità. In tali boschi si possono trovare il castagno, l'orniello, il leccio, il nocciolo, la roverella ecc. Da notare che sul promontorio sono state rinvenute più di 700 specie vegetali diverse.

Per quanta riguarda l'aspetto faunistico, di particolare interesse è l'avifauna con 52 specie nidificanti, tra le quali il barbagianni, l'allocco, la civetta, il codirosso, il cuculo, il gabbiano reale, il gheppio, la ghiandaia, il passero solitario e il picchio muratore.

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