PARCHI NATURALI ITALIANI

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Emilia , Toscana, Umbria-Marche, Lazio


 

EMILIA ROMAGNA

Bosco Panfilia

Informazioni

Sezione W.W.F. Sant'Agostino c/o Centro Civico Comunale, via Facchini 32, 44047 Sant'Agostino Ferrara, tel. 0532/84026.

Province: FERRARA

Comuni interessati: Comune di Sant'Agostino

Superficie: 81 ettari

Collegamenti: Statale n. 255 Ferrara - Modena fino a Sant'Agostino. L'ingresso principale del parco si raggiunge percorrendo la statale in direzione Cento, per 500 metri e svoltando a sinistra prima del ponte sul Cavo Napoleonico. Si percorre la strada Provinciale per Bologna (costeggiante il Cavo) per 1500 metri.

Cenni geografici

Il bosco Panfilia sorge in un'ampia ansa golenale del fiume Reno. Ha un'estensione di 81 ha cosi suddivisi: 50 ha di bosco naturale, 28 ha di rimboschimento e 3 ha di stradoni e fossi di sgrondo. E' delimitato ad Ovest dal Cavo Napoleonico, a Nord dall'abitato di Sant'Agostino, ad Est dalle campagne di Poggio Renatico e a Sud dall'alveo del Reno (che divide le provincie di Ferrara e di Bologna).

Visite: Il bosco Panfilia è visitabile, individualmente o in piccoli gruppi, in ogni stagione dell'anno. Si consigliano i mesi primaverili e autunnali.

Nel bosco non esistono strutture attrezzate per il riposo e il ristoro. Pertanto è bene munirsi di adeguato equipaggiamento personale.

Il tempo necessario per la visita è circa 1 ora utilizzando la bicicletta e di circa 2 ore e mezza andando a piedi.

Per le visite scolastiche e di gruppo in genere occorre richiedere apposito benestare all'Azienda Regionale delle Foreste.

Descrizione

La società Botanica Italiana ha classificato il bosco Panfilia "biotipo di rilevante interesse vegetazionale". La vegetazione è quella tipica dei boschi umidi padani, composta in prevalenza da piante di Farnia, Pioppo bianco, Frassino, Acero campestre, Olmo campestre, Salice bianco, Robinia pseudacacia e qualche esemplare di Pioppo nero, Gelso bianco, Ontano nero e Acero americano o Negundo.

La fauna principale del bosco è rappresentata da uccelli. Molti di essi sono anche nidificanti come il merlo, la ghiandaia, lo storno, la cinciarella, la cinciallegra, lo scricciolo, l'averla, l'allodola, il cardellino, la cornacchia grigia, il fringuello, il verdone, il cuculo, la tortora, il picchio. Il volatile più comune del sottobosco è il fagiano. Non mancano i rapaci: quelli notturni come il barbagianni, la civetta e l'allocco trovano rifugio nelle vecchie case coloniche abbandonate. Tra i mammiferi sono presenti la lepre, il riccio, la talpa oltre a varie specie di micromammiferi. Anche la volpe ha fatto recentemente la sua comparsa ai margini del bosco.

Inoltre sono presenti alcuni anfibi (raganella, rana dalmatina e rospo), rettili (ramarro, lucertola, biacco, orbettino, tartaruga d'acqua e la natrice dal collare) e invertebrati (ragni e insetti come locuste, cavallete, grilli, api, coccinelle ecc.).

Parco Nazionale del Delta Padano

Informazioni

Consorzio Fra Le Pro Loco: Taglio di Po, statale Romea 36, tel. 0426/660531

Province: ROVIGO, FERRARA, RAVENNA

Superficie: 100.000 ettari

Cenni geografici

Il Parco racchiude un composito territorio storicamente legato alle vicende geomorfologiche del Po. Comprrende l'apparato deltizio del più grande fiume italiano, le più importanti zone umide della bassa pianura emiliano-romagnola e le foci di alcuni corsi d'acqua appenninici. Il territorio, per quanto fortemente antropizzato e profondamente modificato dall'uomo attraverso i secoli, conserva ancora preziosi ambienti vallivi, pinete, boschi planiziali, piccoli lembi di litorale ancora intatto.

Possibilità escursionistiche

Gli itinerari consigliati vanno dal Lago delle Nazioni a Valle Canneviè, dal Lido di Classe a Foce Bevano. Interessante l'itinerario ciclabile tra le valli del Comacchio, la Pineta di S. Vitale , l'Oasi di Punte Alberete e la Valle Santa.

Visite: Tra i principali punti di interesse vi segnaliamo il Castello di Mesola, la Torre Abate, l'Abbazia di Pomposa, il Boscone della Mesola, Goro e Gorino, Valle Porticino-Canneviè, Volano, Valle Bertuzzi, Comacchio, Spina, Argine Agosta, Casone Foce, le saline di Comacchio, Valle Ancona e il lago di Spina, l'Oasi Fossa di Porto, Valle Mandriole, l'Oasi di Punte Alberete, la pineta di San Vitale e la basilica di S. Apollinare in Classe, eretta nel VI secolo.

Descrizione

Il territorio del delta è una vasta area antropizzata che racchiude un mosaico di zone umide con acque correnti, stagnanti, dolci, salmastre, salate, boschi igrofili e planiziali, pinete costiere. Negli ultimi secoli la fauna ha risentito negativamente delle inarrestabili trasformazioni ambientali, dell'incemento della popolazione umana e della diffusione della caccia. Nel delta molti animali, particolarmente ricercati, perseguitati o ecologicamente esigenti, si sono estinti. Ci sono comunque ancora oltre 200 specie di uccelli, tra i quali la beccaccia di mare, ormai scomparsa dal resto d'Italia. Tra i mammiferi si possono osservare i daini, i cervi, il topolino delle risaie, l'arvicola d'acqua. Le zone umide del delta ospitano pressoché tutte le specie di anfibi della regione; numerose sono anche le specie di pesci.

Parco Regionale del Corno alle Scale

Informazioni

Associazione Promozionale per l'Area Turistica del Corno alle Scale: tel. 0534/51431

Ufficio Informazioni di Lizzano in Belvedere: tel. 0534/51052

Province: BOLOGNA

Comuni interessati: Lizzano in Belvedere

Superficie: 5000 ettari

Collegamenti: Il Comune di Lizzano in Belvedere è facilmente raggiungibile in auto da Bologna, da cui dista 68 km, percorrendo la statale 64 "Porrettana" in direzione Pistoia, deviando sulla destra al bivio di Silla e seguendo le indicazioni del Passo delle Radici. Lo stesso percorso deve fare chi proviene dalle autostrade: A1, uscita al casello di Sasso Marconi, statale Porrettana.

Da Modena percorrere la strada detta Fondovalle Panaro. Arrivati a Fanano, poco prima di Sestola, girare a sinistra seguendo le indicazioni di Lizzano in Belvedere.

Cenni geografici

Il Parco del Corno alle Scale è situato interamente nel Comune di Lizzano in Belvedere, a metà strada fra l'Emilia e la Toscana. E' un parco di crinale di notevole importanza naturalistica, grazie alla presenza di molteplici emergenze geologiche e mineralogiche, floristiche e faunistiche, e agli elementi paesaggistici suggestivi, come le spettacolari cascate del selvaggio orrido di Tanamalia. Il lago Scaffaiolo, il lago di Pratignano e le cascate del Dardagna sono solo alcuni dei gioielli che ornano i dintorni del Corno alle Scale. L'aspetto forse più interessante è caratterizzato dal fatto che se da un lato le caratteristiche geografiche ed orografiche hanno permesso un pieno sviluppo di ambienti appenninici, dall'altro le quote sufficientemente elevate raggiunte dal massiccio del Corno alle Scale (1945 m.), dal monte La Nuda (1828 m.) e dal monte Gennaio (1812), hanno consentito il permanere di habitat di carattere alpino.

Possibilità escursionistiche

Possibilità di escursioni con guide specializzate e di percorsi di interesse storico-naturalistico che si snodano attraverso sentieri del C.C.I.

Visite: Centro Visita di Madonna dell'Acero, Centro Visita di Pianaccio, Museo Etnografico di Poggiolforato.

Il Parco offre un programma diversificato di attività didattiche che possono essere elaborate con gli operatori ed i collaboratori del Parco.

Descrizione

L'ambiente predominante del Parco è il bosco: salendo sulla cima del Corno alle Scale, si incontrano, alle quote più basse, querceti e castagneti, ad alta quota, faggi, aceri e conifere, che lasciano poi il posto alla prateria d'altitudine. Da ricordare sono anche i relitti glaciali: l'astro alpino e il geranio argenteo. Si trovano inoltre lamponi, mirtilli, fragole, funghi e castagne.

La fauna del parco è composta da martore, faine, volpi, daini, caprioli e da numerose specie di uccelli tra cui il tordo bottaccio, il codirosso spazzacamino, il gheppio, il picchio muraiolo e la civetta. Fra gli abitanti delle praterie di altitudine si distinguono la marmotta e il muflone, il sordone e lo spioncello. Una delle presenze più interessanti è l'arvicola delle nevi: un relitto glaciale con tipici adattamenti al clima rigido, come la pelliccia particolarmente folta.

Parco Regionale dell'Alto Appennino Modenese

Informazioni

Consorzio Gestione del Parco, via C. Costa 27, Pievepelago, tel. 0536/72134

Province: MODENA

Comuni interessati: Fanano, Sestola, Montecreto, Riolunato, Pievepelago, Fiumalbo, Frassinoro

Superficie: 15.000 ettari

Collegamenti: Il Parco Regionale dell'Alto Appennino Modenese è facilmente raggiungibile sia dall'area emiliana che da quella toscana. Dalla parte emiliana tramite la Fondovalle Panaro, la Nuova Estense, la Statale Giardini, la Fondovalle Secchia e la Statale della Porrettana. Dalla parte toscana tramite la Statale Abetone-Brennero e quella delle Radici. La Statale 324 delle Radici mette in comunicazione la Valle del Reno con quella dell'Alto Secchia attraversando tutti i centri dei Comuni interessati al Parco.

Cenni geografici

Il territorio del Parco interessa una vasta area a ridosso del crinale spartiacque tosco-emiliano, dal confine bolognese a quello reggiano, ed il massiccio del Cimone, il più alto dell'Appennino settentrionale (2.165 m.).

Il paesaggio varia tra estese pendici ricoperte da boschi, brughiere e praterie d'altura che si alternano a dirupate pareti, laghi di origine glaciale e torbiere.

Possibilità escursionistiche

Una estesa rete di sentieri si dirama in modo uniforme in tutto il territorio del Parco assicurando ogni tipo di escursione a piedi, a cavallo, in mountain bike e, nella stagione invernale, con gli sci da fondo o da escursionismo.

Visite: Il Parco si propone di promuovere la conoscenza del territorio e la sua corretta fruizione. Oltre a studi, ricerche, mostre e convegni, il Consorzio del Parco con il contributo della Regione, della Provincia e degli altri Enti, ha realizzato Centri visita e infrastrutture ed attrezzature per le escursioni.

Descrizione

Particolare interesse riveste il paesaggio inteso sia come bellezza d'insieme che come ecosistema. L'ambiente botanico dell'Appennino tosco-emiliano si può definire intermedio tra quello delle Alpi e quello dell'Appennino Centrale, pertanto la sua flora comprende diverse specie tipiche alpine ed altre mediterranee. Dalla collina al crinale si distinguono tre fasce di vegetazione: il piano basale (dai 100 m. agli 800-1000 m.), comprendente querceti e castagneti; il piano montano (dagli 800-1000 m. ai 1800 m.), composto da faggeti; il piano culminale (oltre i 1800 m.) che comprende vaccinieti, nardeti e vegetazione delle pietraie e delle rupi.

Nell'alto Appennino modenese un complesso di fattori ambientali e climatologici ha permesso l'instaurarsi di condizioni idonee allo sviluppo di un interessante patrimonio faunistico. Tra i mammiferi carnivori troviamo la faina, la puzzola, il tasso, la martora, la volpe e ultimamente sono stati segnalati anche alcuni esemplari di lupo. Gli ungulati sono rappresentati dal cinghiale e dal il capriolo, ambedue di recente introduzione. Tra i riditori: lo scoiattolo, la marmotta, l'arvicola delle nevi e il topo selvatico. Molteplici specie di uccelli popolano le praterie culminali, i boschi e le pareti rocciose del crinale. Tra questi: il fanello, il culbianco, il merlo dal collare, il codirosso, il sordone, il ciuffolotto, la cincia mora, il crociere, il tordo bottaccio e il merlo acquaiolo. Tra i rapaci: il gufo reale, il falco lodolaio, lo sparviere, l'astore e l'aquila reale che è possibile vederla volare sulle praterie culminali.

 

TOSCANA

Parco dell'Orecchiella

Informazioni

Ufficio del Parco (solo in estate) tel.0583/619098

Ammin. Foreste Demaniali tel.0583/955525

Province: LUCCA

Superficie: 5.200 ettari

Cenni geografici

In piena area appenninica, il Parco dell'Orecchiella si estende dai 1200 ai 2000 metri di quota del crinale dell'Appennino Tosco-Emiliano.

Descrizione

Il Parco dell'Orecchiella é caratterizzato da estesi e rigogliosi boschi di latifoglie, soprattutto faggio, favoriti dall'abbondanza delle acque presenti. Oltre i 1700 metri si aprono le vaste praterie di crinale che raggiungono le quote più alte. Cuore dell'area protetta sono le tre Riserve Naturali denominate "Pania di Corfino", "Lamarossa" e "Orecchiella". Eccezionale é la varietà di specie vegetali e animali presenti all'interno del Parco. Numerose di esse sono da considerarsi rare o addirittura endemiche. Tra gli animali assume notevole importanza la presenza dell'aquila reale e del lupo la cui recente ricomparsa sta permettendo di ricreare l'equilibrio biologico ormai perso da anni.

Parco Faunistico del Monte Amiata

Informazioni

Azienda di Promozione Turistica dell'Amiata, Abbadia San Salvatore, via Mentana 97, tel. 0577/778608

Province: GROSSETO

Comuni interessati: Arcidosso

Collegamenti: L'Amiata si trova nella Toscana meridionale lungo la direttrice Roma Firenze, ai confini tra le provincie di Siena e di Grosseto. E' facile da raggiungere sia da sud che da nord attraverso l'autostrada A1 e le statali Aurelia e Cassia, le grandi vie longitudinali che sfiorano l'imponente montagna verde.

Cenni geografici

Il Parco Faunistico del Monte è nel comune di Arcidosso, sul Monte Amiata, in Toscana. La sua particolare posizione lo colloca a metà strada tra Roma e Firenze, tra Siena e Grosseto, vicino alle zone termali di Saturnia e Chianciano.

Visite: Il parco si visita esclusivamente a piedi: è obbligatorio seguire i sentieri ed è consigliato fermarsi nei punti appositamente attrezzati, è opportuno parlare a voce bassa ed evitare movimenti bruschi. Tutto ciò falicita l'avvistamento degli animali e non ostacola le attività di osservazione degli altri.

Il Parco è aperto tutti i giorni, escluso il lunedì, dall'alba al tramonto.

Da visitare il paese di Arcidosso, situato alle pendici dell'Amiata. Di particolare interesse il Castello Aldobrandesco, il borgo medievale, la chiesa di S. Leonardo, quella di S. Niccolò e la Pieve di S. Maria.

Descrizione

Alle falde del Monte Labbro, sul versante nord-est, si estende il Parco Faunistico del Monte Amiata. Realizzato nell'ambito di un programma di riqualificazione di alcune migliaia di ettari, rappresenta una novità rispetto ai parchi tradizionali. Si ispira infatti al modello del Wilde Park tedesco: consiste in una serie di aree recintate (mediamente 20 ettari ciascuna) dove gli animali vivono in condizioni naturali. Queste aree sono percorse da sentieri segnalati che i visitatori non possono abbandonare e che permettono l'osservazione senza barriere. Il parco è specializzato per gli animali ungulati: cervi, daini, caprioli, mufloni, camosci. Sono presenti volpi, faine, istrici e ricci. Sono stati censiti inoltre 121 specie di uccelli dei quali 66 nidificanti. Un'area è riservata al lupo appenninico che può essere osservato da un'altana di avvistamento. E' presente anche l'asinello sorcino crociato di razzza amiatina. Il paesaggio vegetazionale è costituito da ampi spazi, pascoli e pendii rocciosi, intervallati da boschi di latifoglie e conifere.

Parco Naturale Regionale della Maremma

Informazioni

Centro Visite del Parco, via del Fante, Alberese, tel. 0564/407098

Province: GROSSETO

Comuni interessati: Grosseto, Magliano in Toscana, Orbetello

Superficie: 9.800 ettari

Collegamenti: In auto: da Sud percorrere la s.s. Aurelia fino al km 166, dove si trovano le indicazioni per la frazione di Alberese; da Nord percorrere l'Aurelia fino al km 174, dove si trovano le indicazioni per le frazioni di Rispescia e Alberese.

Per i servizi di collegamento con autobus da Grosseto rivolgersi alla Soc. RAMA, tel. 0564/454169

Cenni geografici

Il Parco Regionale della Maremma, delimitato dalla linea ferroviaria Livorno-Roma, si estende lungo la costa tirrenica da Principina a Mare ad Alberese, fino a Talamone. Elementi geografici significativi sono costituiti dall'ultimo tratto del fiume Ombrone, dal sistema orografico dei monti dell'Uccellina, che raggiunge i 417 metri a Poggio Lecci, dall'area palustre della Trappola, oltreché dal tipo di costa, sia a falcata sabbiosa che a falesia precipite.

Possibilità escursionistiche

Si possono effettuare diversi itinerari di varia difficoltà. Itinerario A1 - S. Rabano; A2 - Le Torri; A3 - Le Grotte; A4 - Cala di Forno; A5 e A6 - Forestale e Faunistico; A7 - Bocca d'Ombrone; T1 breve e T1 lungo - Punta del Corvo-Talamone.

Visite: Si consiglia la visita nei periodi di Autunno-Inverno e Primavera, facendo presente che, potendosi determinare delle difficoltà per l'accesso al territorio del Parco in relazione al numero chiuso dei visitatori ammessi per ogni giorno di visita, è opportuno informarsi preventivamente presso il Centro Visite: tel. 0564/407098.

Descrizione

L'aspetto naturalistico caratteristico del Parco, dove si arminizzano aspetti geo-morfologici, botanici e faunistici, è quello vegetazionale, che ricopre di verde mediterraneo quasi l'intero comprensorio. Partendo dalla spiaggia verso la duna si può distinguere una formazione "pioniera", costituita da ammofile, gigli marini, eringi e soldanelle; la zona retrodunale è caratterizzata da ginepri e lentischi che precedono la vasta pineta granducale (pini domestici e pini marittimi). Il paesaggio si differenzia, avvicinandosi alla zona palustre, per la presenza di giunchi e cannucce, di silicornia e di tife. Sulle rupi, esposte ai venti del mare, attecchisce la cineraria e l'elicrisio, la "barba di Giove" e l'olivella, la lentaggine e l'alaterno, la palma nana. Le zone collinari, regno del forteto e della macchia-foresta, sono coperte dalla fillirea, dal corbezzolo, dal leccio, dall'orniello e dal carpino nero.

Di non minore importanza è la fauna, gli esemplari più rappresentativi della quale, sono i mammiferi ungulati, quali il cinghiale, il daino e il capriolo. Fra quelli di minor dimensione sono presenti l'istrice dai lunghi aculei bruno-bianchi, il tasso, la volpe, il riccio, la donnola e la faina. Gli uccelli acquatici, che predilogono le basse acque dei bozzi, vedono la presenza di codoni e fischioni, germani e alzavole, mestoloni, morette e marzaiole. Sono frequenti anche le folaghe, i chiurli, i cavalieri d'Italia e gli aironi.

Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano

Informazioni

Azienda Promozione Turistica Arcipelago Toscano, Portoferraio, Calata Italia, tel. 0565/914671

Province: GROSSETO, LIVORNO

Comuni interessati: 11

Superficie: 3.000 ettari e 65.000 ettari di superficie marina

Cenni geografici

L'arcipelago toscano comprende l'Isola d'Elba, la Capraia, la Gorgona, il Giglio, Giannutri e Montecristo.

Descrizione

L'Elba è l'isola più ricca di varietà biologica dell'arcipelago toscano. La sua vegetazione è estremamente diversificata, così alla macchia mediterranea si associano castagneti con roverelle, carpini e cerri, frassini e ornielli, come nell'Appennino. La flora comprende rari endemismi come la viola dell'Elba, il fiordaliso di Monte Capanne e il limonio dell'Elba. La fauna è caratterizzata da mufloni, cinghiali, martore e da una grande quantità di uccelli. In periodo di migrazione sono presenti gran parte delle specie ornitologiche d'Europa.

L'Elba è l'isola dei minerali: pirite, quarzo, fluorite e magnetite sono presenti in abbondanza.

La Capraia ha una vegetazione meno varia di quella dell'isola d'Elba, ma l'ambiente è più libero da insediamenti; è una vera isola-natura. Sopra la Cala Rossa, una falesia di colore vermiglio, nidificano i gabbiani reali.

Anche l'isola del Giglio è un paradiso naturalistico del mar Tirreno, con acque trasparenti ricche di pesci, la macchia alta ad erica e corbezzolo, la grande macchia bassa di cisto, la gariga a elicriso e le praterie a brachiopodio.

La Gorgona è un isola che ha ben conservato l'ambiente naturale: sono presenti numerosi alberi d'altofusto e i suoi fondali, protetti dal divieto di pesca, sono ricchi di pesci. Nell'isola nidificano il gabbiano reale, il raro gabbiano corso e le berte maggiori.

L'isola di Giannutri ha una superficie di soli 2 chilometri quadrati, con la macchia mediterranea ricca di ginepri fenici e olivastri. Tra gli uccelli regna il falco pellegrino che minaccia anche i gabbiani reali.

L'isola di Montecristo è formata da rocce granitiche che si ergono in un mare limpido ricco di cernie, anemoni di mare, stelle marine e murene.

Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Falterona e Campigna

Informazioni

Municipio di Pratovecchio, Arezzo, tel. 0575/58762

Santa Sofia (Forli'), via Nefetti 3, tel. 0543/971375

Province: AREZZO, FIRENZE, FORLI'

Comuni interessati: 12

Superficie: 35.370 ettari

Collegamenti: Statale 67, che da Forlì risale la valle del Montone conducendo a Firenze per il passo del Muraglione. Statale 9 ter che, sempre da Forlì, risale la valle del Rabbi raggiungendo Premilcuore e congiungendosi alla statale 67 dopo il valico dei Tre Faggi. Il Casentino si raggiunge anche da Firenze e Pontassieve percorrendo la statale 70 per il passo di Consuma.

Cenni geografici

Il Parco si estende tra Toscana e Romagna ed è costituito dalla cresta appenninica principale che corre da nord-ovest a sud-est.

I confini del parco inglobano per intero il complesso demaniale delle Foreste Casentinesi e più precisamente le riserve biogenetiche di Campigna, Camaldoli, Badia Prataglia Lama e di Scodella, nonché territori appartenenti al Demanio Regionale e ai privati. Per quanto riguarda il versante romagnolo, la perimetrazione è in gran parte coincidente con quella dell'ex Parco Regionale del Crinale Romagnolo.

Possibilità escursionistiche

Il Parco è dotato di una sviluppata rete di strade forestali e sentieri, solo parzialmente segnalata, che consente brevi escursioni e itinerari più impegnativi. I sentieri di crinale rientrano in alcuni noti trekking appenninici

Visite: Attività di didattica ambientale per le scuole con visite nel Parco.

Numerose sono le località di interesse storico e artistico visitabili nelle vicinanze.

Descrizione

L'elemento dominante di questo parco è la foresta, che ne ricopre quasi per intero la superficie. E' formata soprattutto da faggi e abeti bianchi, con la presenza dell'acero montano, del tiglio, dell'acero riccio, dell'olmo montano, del ciliegio e dell'agrifoglio.

La fauna è costituita da caprioli, cervi, daini, mufloni e anche lupi. Il recupero di questo predatore è generalizzato all'intero Appennino ed ha recentemente consentito di riconquistare territori nei quali era stato annientato.

La ricchezza biologica di questo straordinario territorio naturale offre ancora oggi occasione agli studiosi per la Descrizione di nuove specie di piante, come ad esempio l'orchidea "epipactis flaminia" ed animali, soprattutto insetti.

Parco Regionale delle Alpi Apuane

Informazioni

Centro Accoglienza Castelnuovo Garfagnana

tel.0583/644242

Centro Accoglienza di Seravezza tel.0584/757361

Province: LUCCA, MASSA CARRARA

Superficie: 54.000 ettari

Cenni geografici

Il Parco Regionale delle Alpi Apuane comprende l'intera catena apuana che divide la valle del fiume Serchio dalla riviera versiliese. Caratterizzate da una morfologia aspra con valli profonde e ripidi versanti, le Alpi Apuane, nel tratto di pochi chilometri, a partire dalla breve pianura versiliese o dal fondovalle del Serchio, sfiorano i 2000 m di quota.

Possibilità escursionistiche

I numerosissimi sentieri ben segnati, presenti nella zona, permettono ogni anno a migliaia di appassionati di trekking di fare escursioni sulle cime delle Alpi Apuane. Le vertiginose pareti pressoché verticali, tra le quali spicca il Pizzo d'Uccello con i suoi 800 e più metri di dislivello, sono un vero paradiso per alpinisti e rocciatori.

Descrizione

Le Alpi Apuane rappresentano una delle aree montuose più tipiche ed originali della penisola italiana. Conosciute fin dall'antichità per la bellezza dei propri marmi, sono da considerare una delle massime espressioni del fenomeno carsico. Si trovano qui infatti profondi abissi e labirinti impressionanti di gallerie e cunicoli che raggiungono, nell'Antro del Monte Corchia, uno sviluppo di oltre 60 Km e un dislivello di 1210 metri che ne fanno il maggiore sistema sotteraneo d'Italia e uno dei più grandi al mondo.

La diversa natura delle rocce e l'esposizione dei versanti ha prodotto poi una grande variabilità di vegetazione che passa dalla macchia mediterranea fino alle faggete di alta quota. Numerose sono le specie endemiche o relitte di antiche glaciazioni. La fauna non annovera più i grandi mammiferi del passato, anche per lo sviluppo dell'attività umana nell'area, in particolar modo quella estrattiva, anche se degne di nota rimangono alcune specie rare o addirittura endemiche tipiche della vita nelle grotte. Da segnalare la presenza dell'aquila reale e del raro gracchio corallino che é divenuto il simbolo del Parco.

Riserva Naturale dell'Orrido di Botri

Informazioni

Rifugio Fontana di Troghi tel.0583/78426

Comunità Montana (Borgo a Mozzano)

tel.0583/88346

Province: LUCCA

Collegamenti: Provenendo da Lucca é possibile arrivare alla Riserva Naturale dell'Orrido di Botri, che ricade nel comune di Bagni di Lucca, percorrendo la strada che dalla statale 445 segue il corso del torrente Fegana in direzione di Tereglio.

Cenni geografici

La Riserva Naturale dell'Orrido di Botri é situata a sud del Monte Rondinaio e dell'Alpe delle Tre Potenze. L'area comprende il tratto iniziale di due torrenti (il Marianna e il Rivellino) che scorrono profondamente incassati in uno strettissimo canyon.

Possibilità escursionistiche

La risalita dei torrenti è una escursione difficile ma entusiasmante. Non è possibile tuttavia arrivare fino alla sorgente senza l'attrezzatura e senza un'ottima preparazione alpinistica.

Descrizione

All'interno del canyon, dove si estende la Riserva Naturale dell'Orrido di Botri, si assiste a una stratificazione floristica a partire dai livelli più freddi ed umidi (in basso) per salire a livelli sempre più temperati a mano a mano che si sale verso l'alto. La distribuzione della vegetazione segue questo andamento microclimatico particolare: si passa così dalle felci e dai muschi, alle primule, alle aquilegie ed alle silene. Sulle impervie pareti nidifica l'aquila reale e, nell'immediato intorno del canyon, é presente la fauna tipica appenninica fatta di daini, cinghiali e piccoli carnivori.

 

UMBRIA - MARCHE

Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Informazioni

Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini, largo G.B. Visso (MC)

Province: ASCOLI, MACERATA, PERUGIA

Comuni interessati: 18

Superficie: 69000 ettari

Collegamenti: Autostrada A14 "Adriatica", uscita ai caselli di Civitanova Marche, Fermo, Pedaso e San Benedetto del Tronto.

Cenni geografici

I monti Sibillini sono formati da una catena montuosa che segna lo spartiacque tra Tirreno e Adriatico. Tra le decine di vette che superano i 2000 metri di quota spiccano il Monte Vettore (2476 m.), il Monte Sibilla (2175 m.), la cima del Redentore (2448 m.), il Monte Priora (2332 m.) e il Monte Argentella (2200 m.). Dall'asse principale della dorsale appenninica degradano un versante orientale, caratterizzato da valli strette e orientate a nord (le valli dell'Aso, del Tenna e dell'Ambro), e un versante occidentale in cui si rilevano tre caratteristiche depressioni ad alta quota denominate i Piani di Castelluccio (Pian Perduto, Pian Grande e Pian Piccolo). Dal massiccio dei Sibillini nascono i fiumi Aso, Tenna, Ambro e Nera. Nel Parco sono situati il lago artificiale di Fiastra e, sotto la cima del Vettore, il lago di Pilato (1940 m.).

Visite: Il Parco è ricco di entità architettoniche importanti mirabilmente inserite nel paesaggio, quali abbazie, monasteri, chiese, torri, castelli, fortificazioni, mulini, case-torri.

Descrizione

Nel Parco sono presenti 1800 specie floristiche, tra le quali la stella alpina dell'Appennino, l'anemone alpino, la silene a cuscinetto, il giglio martagone, l'uva orsina, il ginepì e numerose orchidee. Tra le specie arboree ricordiamo la roverella, il carpino nero, l'orniello, il cerro, il carpino bianco, il castagno, il leccio, il faggio e l'acero montano.

Le specie di mammiferi sono all'incirca 50, tra le quali meritano di essere ricordati il lupo, l'istrice, il gatto selvatico, la martora, l'arvicola delle nevi e il capriolo.

150 sono le specie di uccelli, tra le quali l'aquila reale, il falco pellegrino, il gufo reale, l'astore, lo sparviero, la coturnice, il picchio muraiolo, il fringuello alpino, il gracchio corallino.

Oltre 20 le specie di rettili e invertebrati tra le quali ricordiamo la vipera dell'Orsini e il chirocefalo del Marchesoni, il piccolo crostaceo che vive esclusivamente nel lago di Pilato.

LAZIO

Parco Nazionale del Circeo

Informazioni

Via Carlo Alberto 107, Sabaudia (LT), tel. 0773/511386

Province: LATINA

Comuni interessati: 4

Superficie: 8484 ettari

Collegamenti: Il Parco Nazionale del Circeo è raggiungibile facilmente dal Nord, prendendo da Roma la s.s. 148 Pontina e proseguendo a sud dopo Latina. Dal Sud si può seguire la statale Domiziana.

Cenni geografici

Il Circeo era originariamente un'isola che fu poi raggiunta dall'espandersi dei detriti accumulati dai corsi d'acqua e dai cordoni dunali che lo collegarono alla terra ferma. Oggi appare come un gigantesco ventaglio poggiato sulla pianura, lungo circa 6 chilometri e largo in media 2, con dieci punte, la più alta delle quali, il Picco di Circe, è a 541 metri sul livello del mare.

Il Parco del Circeo è disposto in direzione sud est - nord ovest; topograficamente è suddiviso in quattro "Quarti" ma è sostanzialmente in due di essi, rispettivamente il "Quarto Caldo" e il "Quarto Freddo", che si concentrano e si riassumono le principali differenze di ambiente che il Promontorio propone.

Possibilità escursionistiche

Dal Centro Visitatori si dipartono alcuni sentieri segnalati, che insieme a numerosi altri tracciati nella foresta, molti dei quali ciclabili, guidano il visitatore nell'esplorazione.

Visite: Di Particolare interesse l'Area faunistica, in cui sono tenuti in cattività alcuni degli animali più rappresentativi della fauna locale, ed il museo, che riesce a dare un panorama abbastanza completo e ben diviso per argomenti, dei valori e dei diversi ambienti del Parco.

Le stagioni migliori per visitare il parco sono la primavera e l'autunno. Il clima è mite e la natura è uno splendido affresco di colori, intensi e pastello.

Descrizione

Nel promontorio del Circeo si distinguono il "Quarto Freddo", così chiamato perché esposto a nord-ovest, in cui prospera il "forteto", la macchia mediterranea alta, e il "Quarto Caldo", esposto a sud, coperto da una macchia bassa costituita da cespugli dalle foglie coriacee.

La fauna del parco è costituita da cinghiali, scoiattoli, volpi, istrici, conigli selvatici, puzzole, ricci, lepri, donnole, faine e tassi. Sono scomparsi il cervo e il lupo sin dal secolo scorso. Numerosi sono invece gli uccelli, tra i quali i picchi rossi maggiori, picchi verdi, picchi rossi minori, rampichini, picchi muratori, lodolai e falchi pecchiaioli, tutti nidificanti.

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